Ci colpisce nell‘atteggiamento di Pedro Nogueira, non tanto la sua apertura con i giornalisti che lo intervistano (l’Etoile ha fatto un sol boccone di un Bellinzona sconcertante, è dire poco se confrontato alle gare di coppa), bensì il fatto che da brasiliano parla un italiano perfetto: "Perché - spiega il 33.enne tecnico - sono ‘internazionale’ (come Benavente, no?) e mi sforzo di parlare la lingua del luogo dove mi trovo". Chapeau!
I ginevrini hanno sempre avuto nelle mani (anzi, nei piedi) le redini del gioco. Soprattutto nei primi 45 minuti (0-2). E nel secondo tempo non hanno faticato, di fronte alla disordinata reazione dei padroni di casa, a completare il bottino con un terzo gol. La partita, insomma, l‘ha fatta tutta la sua squadra per niente appesantita dal viaggio attraverso il Gottardo.
Mister, non penso che si aspettasse un compito così facile da parte dei suoi ragazzi, dico bene?
”Non direi che è stato facile, ovviamente questo 3 a 0 ci fa un gran bene. Abbiamo lavorato molto in settimana per arrivare qua preparati al meglio. Si trattava di una partita di grande importanza per le due squadre. Sono contento perché sul piano del gioco ha funzionato molto bene, i ragazzi hanno applicato al 100 per cento le mie direttive. La differenza l‘abbiamo fatta, a mio modo di vedere, sotto questo aspetto“.
Avete sempre avuto in mano il pallino del gioco bloccando le rare ripartenze del Bellinzona e dettando il ritmo:
”Direi che tutto sommato è stata una partita abbastanza equilibrata..."
Le formulo la domanda in un altro modo: Carouge forte, Bellinzona debole o c’è una via di mezzo?
Sorride ”Sceglierei la via di mezzo… Questo tipo di partite si gioca in dettagli che possono risultare decisivi. Abbiamo sfruttato le occasioni che ci si sono presentate“ (in casa ACB c’è di bel nuovo un problema di portieri, ndr).
L‘Etoile dimostra di avere un gioco, il Bellinzona ne ha solo un‘idea:
Ride ”Grazie del complimento. Sono contento di quanto fa la squadra, continuiamo a lavorare per migliorare di partita in partita e cercando di fare crescere i ragazzi. Siamo una squadra giovane, alla base della società c’è questo progetto“,
Brasiliano, Pedro Nogueira con i ragazzi parla , appunto, la lingua del posto, cioè il francese (”il calcio è internazionale“ - ribadisce prima di salire sul pullman). Ha ereditato la squadra da Adrian Ursea che allena quest‘anno l‘Yverdon.
”Non direi che è stato facile, ovviamente questo 3 a 0 ci fa un gran bene. Abbiamo lavorato molto in settimana per arrivare qua preparati al meglio. Si trattava di una partita di grande importanza per le due squadre. Sono contento perché sul piano del gioco ha funzionato molto bene, i ragazzi hanno applicato al 100 per cento le mie direttive. La differenza l‘abbiamo fatta, a mio modo di vedere, sotto questo aspetto“.
Avete sempre avuto in mano il pallino del gioco bloccando le rare ripartenze del Bellinzona e dettando il ritmo:
”Direi che tutto sommato è stata una partita abbastanza equilibrata..."
Le formulo la domanda in un altro modo: Carouge forte, Bellinzona debole o c’è una via di mezzo?
Sorride ”Sceglierei la via di mezzo… Questo tipo di partite si gioca in dettagli che possono risultare decisivi. Abbiamo sfruttato le occasioni che ci si sono presentate“ (in casa ACB c’è di bel nuovo un problema di portieri, ndr).
L‘Etoile dimostra di avere un gioco, il Bellinzona ne ha solo un‘idea:
Ride ”Grazie del complimento. Sono contento di quanto fa la squadra, continuiamo a lavorare per migliorare di partita in partita e cercando di fare crescere i ragazzi. Siamo una squadra giovane, alla base della società c’è questo progetto“,
Brasiliano, Pedro Nogueira con i ragazzi parla , appunto, la lingua del posto, cioè il francese (”il calcio è internazionale“ - ribadisce prima di salire sul pullman). Ha ereditato la squadra da Adrian Ursea che allena quest‘anno l‘Yverdon.
(Foto ENLA)