Tutti ricordiamo come finì la Tre Valli Varesine dello scorso anno: sospesa per il maltempo, con gli
organizzatori in lacrime: mesi di lavoro in fumo di tanti volontari,
una giornata di festa trasformata in un momento grigio, le polemiche
social. E la promessa di Tadej Pogačar: "Queste persone non
meritavano tutto questo, la meteo non possiamo controllarla e la
sicurezza è fondamentale, ma il prossimo anno sarò qua, per
rispetto nei loro confronti." Così è stato, e la
soddisfazione la leggi sui sorrisi di tutti. Dietro la Tre Valli non
c'è la potenza organizzativa di chi mette in piedi Giro e Tour, ma
decine di persone che impegnano il loro tempo libero non solo oggi, e
le città di Busto Arsizio e Varese, che mettono a disposizione
spazi, polizia comunale e protezione civile per la gestione
dell'evento. Poi ci sono loro, i veri protagonisti oltre ai
corridori: gli anziani. I vegett sono ovunque: agli
incroci a garantire la sicurezza di tutti e, soprattutto, ad
accogliere le scolaresche al Museo del Tessile (dove fa mostra di sé,
tra le altre, una grande macchina svizzera per fare i ricami,
risalente al 1914), sede di partenza, dove si trova una piccola
raccolta di cimeli ciclistici. Ci ha intenerito vedere un volontario
coi capelli grigi spiegare a un bambino il funzionamento del cambio
in una bicicletta del 1949, e un altro illustrare ai bimbi di una
scuola primaria le innumerevoli riviste, con protagonisti i grandi
campioni del passato. Il ciclismo è sicuramente fatica e
passione; ma i sogni non hanno età, e tutti possono avere il proprio
ruolo, quando arriva il momento della grande gara col campione del
mondo sulle strade. Con le generazioni che si confondono, e il
testimone che passa dagli anziani ai giovani, nel nome del
grandissimo campione del passato Alfredo Binda.
CICLISMO
Tre Valli Varesine, tra tradizione e passione