CICLISMO
Tre Valli Varesine, tra tradizione e passione
Pubblicato il 07.10.2025 07:30
di Silvano Pulga
Tutti ricordiamo come finì la Tre Valli Varesine dello scorso anno: sospesa per il maltempo, con gli organizzatori in lacrime: mesi di lavoro in fumo di tanti volontari, una giornata di festa trasformata in un momento grigio, le polemiche social. E la promessa di Tadej Pogačar: "Queste persone non meritavano tutto questo, la meteo non possiamo controllarla e la sicurezza è fondamentale, ma il prossimo anno sarò qua, per rispetto nei loro confronti." Così è stato, e la soddisfazione la leggi sui sorrisi di tutti. Dietro la Tre Valli non c'è la potenza organizzativa di chi mette in piedi Giro e Tour, ma decine di persone che impegnano il loro tempo libero non solo oggi, e le città di Busto Arsizio e Varese, che mettono a disposizione spazi, polizia comunale e protezione civile per la gestione dell'evento. Poi ci sono loro, i veri protagonisti oltre ai corridori: gli anziani. I vegett sono ovunque: agli incroci a garantire la sicurezza di tutti e, soprattutto, ad accogliere le scolaresche al Museo del Tessile (dove fa mostra di sé, tra le altre, una grande macchina svizzera per fare i ricami, risalente al 1914), sede di partenza, dove si trova una piccola raccolta di cimeli ciclistici. Ci ha intenerito vedere un volontario coi capelli grigi spiegare a un bambino il funzionamento del cambio in una bicicletta del 1949, e un altro illustrare ai bimbi di una scuola primaria le innumerevoli riviste, con protagonisti i grandi campioni del passato. Il ciclismo è sicuramente fatica e passione; ma i sogni non hanno età, e tutti possono avere il proprio ruolo, quando arriva il momento della grande gara col campione del mondo sulle strade. Con le generazioni che si confondono, e il testimone che passa dagli anziani ai giovani, nel nome del grandissimo campione del passato Alfredo Binda.