CICLISMO
Non ci sono più aggettivi...
Pubblicato il 08.10.2025 06:56
di Silvano Pulga
Tadej Pogačar, come scrivevamo ieri, aveva promesso a Renzo Oldani, presidente della ciclistica Binda, società organizzatrice della Tre Valli varesine, di tornare, dopo la sfortunata edizione dello scorso anno, sospesa a causa del maltempo. Dopodiché, prima del via, il campione del mondo aveva pronosticato una possibile vittoria di Isaac Del Toro: e, in effetti, il giovane messicano ma sanmarinese d'adozione si è comportato bene, e lo sloveno ha lavorato per lui tutta la gara, assieme alla UAE, sempre in testa al gruppo, a controllare i tentativi di fuga. Poi, nel momento chiave, i due si sono parlati; e, probabilmente, Del Toro ha comunicato al suo capitano di non avere la forza per tentare l'azione solitaria. A quel punto, il campione del mondo, libero da vincoli, ha deciso di andarsene alla sua maniera, sorprendentemente in un tratto in discesa, coperto dal compagno di squadra che ha impedito agli inseguitori di reagire efficacemente, e arrivando in solitaria a Varese, davanti a un pubblico entusiasta. Al posto d'onore il danese Withen Philipsen (Lidl-Trek), solo 18 anni, staccato di 45”, mentre sul terzo gradino del podio è salito l'ex campione del mondo Julian Alaphilippe, della elvetica Tudor.
Il resto sono aggettivi già scritti per questo corridore, il cui valore assoluto scavalca i confini, seppure molto ampi, del ciclismo, per entrare in quel club ristretto di campioni assoluti dello sport in generale: uno come Marco Odermatt, per fare un esempio, o Roger Federer, per citare i primi che ci vengono in mente. Ma la lista, ovviamente, è lunghissima, e ognuno potrà completarla come meglio crede, inserendo magari giocatori di calcio, di pallacanestro, corridori automobilistici e via discorrendo.
Qualcuno dirà che Tadej ha la fortuna di confrontarsi con avversari deboli: a nostro parere, invece, di corridori forti in gruppo ce ne sono tanti che, senza di lui, potrebbero arrivare battagliare per arrivare davanti a tutti. Il problema, per loro, è essere contemporanei di questo fenomeno il quale, semplicemente, pedala più forte degli altri: i dati sui watt, sulla potenza impegnata in corsa, sono oggettivi e impressionanti. Al mattino, prima del via, a chi gli chiedeva se avesse una tattica di gara, ha dato una risposta laconica: "Pedalare". Pogačar fa solo questo, semplicemente, senza alzarsi troppo spesso sui pedali, anche quando attacca. Poi si gira, come ha fatto oggi, e vede gli avversari dietro. Dopo un po' ripete il gesto, e gli inseguitori non li vede più. A quel punto, smette di voltarsi, e continua a pedalare guardando avanti, smettendo quando arriva al traguardo. Tutto molto semplice, senza grosse tattiche, o scelta dei punti chiave. Tra qualche anno, dopo che avrà smesso di correre da tempo, racconteremo ai nostri nipoti delle sue gesta. Per ora, invece, gli diamo appuntamento a sabato, sulle strade del Giro di Lombardia. 
(Foto SP)