L'addio
suscita paura e infonde strazio. Non è un principio ordinatore, non
è accettabile, è una dimensione esistenziale che non consente
ritorni o ripensamenti. L'umano è di fronte all'irreparabile. Il
desiderio non è sospeso, è interrotto. La speranza è dispersa, è
evaporata ineluttabilmente. L'addio
travolge il sempre, lo scaraventa fuori dal possibile, lo depotenzia
e ne mostra la sua vulnerabilità. È l'illusione che prevale, non ci
sono, per il momento, altre pretese. La
modernità corre veloce e non ci può fermare, la nostalgia non è
concessa, è prerogativa degli idealisti. Non è funzionale, non è
economico, ma soprattutto non rende, non genera introiti.
La Gioventù Biancoblù ha celebrato Duca
e Cere. Ha esposto
striscioni, che nella rappresentazione del tifo devono essere forti e
pugnaci, devono esprimere un pensiero chiaro, uno di questi recitava.
“Non avete tradito solo due persone, ma un popolo e la sua
identità”. Viene dichiarato che cos'è l'Ambrì; un popolo che
una ha sua identità; radici, riti, legami, un vincolo culturale che
deve essere rispettato e che ha una sua legittimità storica. Poco
importa che i tempi liquidi travolgono e stravolgono ogni categoria.
Ma la Gioventù Biancoblù aveva precedentemente diramato un
comunicato, una chiosa per meglio parlare di quello che è un
successo. Scrive, è stato “Uno dei giorni più tristi della
nostra Storia”. Perché Luca e Paolo sono: “Due uomini che
hanno dedicato la loro vita causa”. E “hanno sempre
anteposto il bene comune quello dell'Ambri, a quello personale”.
Sono “riusciti a riportare un'identificazione totale verso la
squadra che amiamo alla follia”. Suscitando “un senso di
orgoglio bidrirezionale”. La curva ha chiaro la situazione
tecnica, quella di una squadra in difficoltà per non dire in crisi.
Ma non tollera “i metodi usati”. Sostiene che: “La
spinta propulsiva di questo gruppo dirigente è esaurita”.
Hanno paura che questa strada porti “al baratro”. E temono
che possa arrivare un finanziatore che non abbia “amore per
questa realtà”. Servirebbe “una cordata di persone
espressione del territorio”. Ma il tifo pulsa anche sui social,
ma questa è un'altra storia. E ci sono altre opinioni. Inutile
negarlo: l'Ambrì si trova in una fase oltremodo complicata, le
implicazioni sentimentali valgono perché richiamano a principi e
valori, e non si tratta di un fallace tentativo di ritornare al passato. Tuttavia
il futuro è tutto da scrivere e da decifrare, perché l'Ambrì resta
pure sempre un vaso di terracotta.
(Foto
Ticishot-Simone Andriani)