PREMIER LEAGUE
Per chi non ce la fa
Pubblicato il 14.10.2025 08:02
di Silvano Pulga
Tutti noi appassionati di calcio, almeno una volta, da bambini, abbiamo sognato di diventare giocatori professionisti. Pochissimi, perlomeno rispetto a chi lo desiderava, ci sono riusciti; ancora meno sono diventati dei fuoriclasse o, comunque, sono arrivati a giocare nei campionati di vertice. Già: ma cosa succede a quei ragazzi che hanno effettivamente iniziato un certo tipo di percorso e, a un certo punto, vengono convocati dallo staff tecnico e dirigenziale del club per sentirsi dire che il loro percorso verso il professionismo termina in quel momento? 
Ce lo racconta la pagina fb Il calcio inglese, che ha riportato la scelta fatta dal Crystal Palace, club britannico della Premier League. I londinesi hanno infatti aperto un centro, dedicato esclusivamente a dare supporto psicologico, lavorativo e professionale ai ragazzi militanti nelle giovanili ai quali viene detto che non faranno il salto tra i professionisti. Giovani che, sino a quel momento, hanno lavorato duro, sacrificando tempo ed energie a un sogno che s'infrange davanti alla scrivania di un dirigente e che si ritrovano, magari appena maggiorenni, ad affrontare una vita diversa da quella immaginata sino a quel momento, ricca d'incognite.
La situazione loro esposta è, infatti, che il club di appartenenza non proseguirà il suo legame con loro: non abbastanza forti per passare in Prima squadra, troppo vecchi ormai per le giovanili. Fine dei giochi. Una situazione nuova, difficile da accettare e da affrontare, soprattutto per chi, preso dalla necessità di allenarsi e di crescere, non ha pensato a un piano B, diverso dall'approdo al calcio professionistico. 
Il programma messo in cantiere dal Crystal Palace avrà una durata di 3 anni. I ragazzi incontreranno degli psicologici, ex calciatori professionisti che racconteranno la loro esperienza dopo il calcio, e consulenti del lavoro. Grazie alla creazione di workshop dedicati, verranno formati alla gestione dello stress correlato alla loro nuova condizione, a come gestire le proprie finanze e al miglioramento di attitudini spendibili nel mondo del lavoro. Ad alcuni di loro verrà anche offerto di rimanere nel club, con altri ruoli: di supporto tuttavia, lo scopo principale del progetto sarà quello di dimostrare loro che si può vivere, e bene, anche senza giocare professionalmente a calcio. Probabilmente, è questo che deve essere inteso quando si parla del ruolo sociale dei club sportivi professionistici. Speriamo che tutto ciò possa allargarsi ad altre realtà, non necessariamente legate al solo calcio, e oltre i confini britannici.