MONDIALI 2026
Italia-Israele si doveva giocare?
Pubblicato il 15.10.2025 07:15
di A. L.
Stadio blindato e inaccessibile da giorni; pochi spettatori presenti; inno nazionale israeliano fischiato; partita giocata in un ambiente carico di pressione e tensione. Per le vie della città c'è stata una vera e propria guerriglia urbana, con i soliti incidenti: due giornalisti feriti, e scontri tra le forze dell'ordine e parte dei manifestanti. Un giornalista Rai in video, Alessandro Antinelli, ha indossato un fiocco nero sul bavero, ha spiegato che “serve a ricordare 250 tra giornalisti e giornaliste, che sono morti”, per “raccontare... un genocidio”, chiosando: “Questo è un fatto”. Cosa resta del calcio? Poco o niente, un mero dettaglio, è stato solo un pretesto. Lo spettacolo deve sempre continuare, e viene inserito in un contesto e in una discussione in cui viene usato, consumato e manipolato. La sua grandissima popolarità ne fa un potente strumento, che viene strumentalizzato senza mezzi termini. Tanto tutto scorre velocemente, e la prossima partita cancella ogni fatto precedentemente. È il tratto della modernità: la modernità cancella la memoria; l'informazione è un flusso continuo e non si arresta, dove la forma prende il sopravvento sulla sostanza; l'analisi non interessa. Italia-Israele si doveva giocare? È una di quelle classiche domande a cui rispondere è quasi impossibile. È inevitabile che nella risposta torti e ragione sarebbero emersi. E non resta che parlare di sensazioni: l'incontro è stato avvilente e ha trasmesso una grande tristezza.