HC LUGANO
Sangue freddo, stranieri e... quel fallo di Sekac
Pubblicato il 17.10.2025 07:55
di Marco Maffioletti
Le squadre forti vincono anche quando giocano male. È proprio vero, il Davos ieri sera a Lugano lo ha dimostrato. Una rete dopo appena una manciata di secondi è stata sufficiente alla capolista per venire a capo di un complesso bianconero generoso e capace di sfoderare un bel gioco. Raramente si era visto il Lugano di Mitell così propositivo in fase offensiva.
Il problema? La mancanza di qualità in fase di rifinitura. Da una parte c’è Stransky dall’altra Perlini per dirla breve. È vero, il portiere dei grigionesi Aeschlimann ha fatto un’ottima partita e anche i ferri della sua gabba non sono stati clementi con i sottocenerini, ma con stranieri di primo ordine il Lugano la partita ieri l’avrebbe vinta. Sarebbe però riduttivo puntare il dito solamente contro le qualità degli import. Anche da un Dario Simion (nella foto Ticishot-Simone Andriani) è decisamente lecito attendersi di più in fase offensiva. Persino Capitan Thürkauf ieri ha fallito troppe chance. In particolare quella a porta praticamente vuota non centrando l’impatto con il disco.
Come se non bastasse, oltre al poco sangue freddo, ci si è messa anche l’ingenuità di Sekac. La penalità di partita a suo carico è severa, ma l’azzardo andava evitato: l’attaccante ceco ha dato la possibilità agli arbitri di fischiarla non andando sul disco e frenando bruscamente. È la solita questione di ponderare se vale la pena accollarsi certi rischi oppure no.
Il Lugano è dunque uscito a mani vuote da un match che in termini di prestazione avrebbe dovuto garantire una vittoria. È un vero peccato, ma forse mai come stavolta ci si è resi conto che Steinmann ha decisamente margini di progresso per quanto riguarda le scelte stranieri. Non ci si attendono mica sei Strömwall o sei Cervenka, ma qualcosa in più di quelli attuali dovrebbe essere nelle corde del direttore sportivo.