HC LUGANO
Quando l'hockey è crudele
Pubblicato il 17.10.2025 07:20
di Doriano Baserga
Diamo a Cesare, quel che è di Cesare.
Nell’ultima partita alla Corner Arena, ero stato piuttosto critico. Parole che non mi rimangio, dopo una brutta prestazione.
Detto questo, ieri sera, contro un Davos primo della classe, il Lugano ha offerto una prova decisamente incoraggiante. Diciamo pure brillante. Ha forse disputato la miglior partita della stagione, ma purtroppo è uscito a mani vuote.
Succede nello sport, soprattutto nell’hockey, dove le partite a volte si decidono per questioni di centimetri.
Ieri sera la gente, nonostante la sconfitta, si è divertita: la squadra ci ha messo intensità e tanto pattinaggio. È mancato un pizzico di fortuna e di precisione sotto porta. Peccato.
Si potrebbe anche tornare sui cinque minuti dati a Sekac, per un fallo che non tutti hanno capito. Una punizione eccessiva, in una serata nata male (gol dopo 17 secondi) e finita peggio, con la beffa della sconfitta. E soprattutto senza aver segnato nemmeno un gol. Che crudeltà!
Una nota che bisogna assolutamente sottolineare, è il grande pubblico che ieri sera ha riempito la pista: quasi seimila persone che hanno saputo trascinare la squadra a una prestazione di tutto rispetto. Merito anche del giovedì sera? Chissà.
Certo, manca la vittoria in casa, ma la squadra è vicina, e giocando come ha fatto con il Davos, presto o tardi i punti arriveranno.
Ci si aspetta di più da Simion, capitan Thürkauf (nella foto Ticishot-Simone Andriani) e dagli stranieri in generale, perlomeno a livello di statistiche. 
Un’ultima annotazione: spiace per il poco impiego di Brian Zanetti, che a Langnau viaggiava oltre i 15 minuti a partita e qui a Lugano non supera i sette minuti. Poco per un giovane di grandi prospettive.