È stata anche la vittoria di Croci-Torti e delle sue scelte.
Il tecnico del Lugano ha operato soltanto tre cambi. Una rarità nel calcio
moderno.
Non si fidava della panchina? Non c’erano soluzioni valide?
Forse sì, o forse no. In conferenza stampa il Crus ha detto di aver bisogno dell’esperienza e su questo, possiamo essere tutti d'accordo.
Quando dopo un’ora ha tolto Mahou e ha inserito Belhadj, spostando Dos Santos a sinistra e alzando Bislimi dietro la punta. Una mossa che ci stava e che aveva già fatto in passato.
Poi, però, ha inserito Marques terzino sinistro e ha alzato nel tridente offensivo Alioski, invece di tentare la carta Cassano o Philstrom.
Una mossa meno scontata, che potrebbe venir vista come una mancanza di fiducia verso i due giovani attaccanti, che con l’assenza di Steffen, forse, speravano di godere di qualche minuto in più.
E invece no: anche se un po’ affaticato, Alioski è rimasto in campo. La sua esperienza è servita per prendere fiato e perdere qualche secondo prezioso.
Anche se nel finale, giusto riconoscerlo, sulle palle ferme il Lugano ha rischiato di subire il pareggio.
Ma questa con lo Zurigo era una partita troppo importante, che poteva rilanciare definitivamente i bianconeri: avendo soltanto il campionato, il tecnico non ha esitato a optare per i giocatori che fornivano le maggiori garanzie. E ha fatto bene.
Non è una bocciatura per chi è rimasto fuori, ma è un segnale che avendo una sola competizione, ora non si fanno più regali a nessuno.
Stasera, il segnale è stato chiaro.
Non si fidava della panchina? Non c’erano soluzioni valide?
Forse sì, o forse no. In conferenza stampa il Crus ha detto di aver bisogno dell’esperienza e su questo, possiamo essere tutti d'accordo.
Quando dopo un’ora ha tolto Mahou e ha inserito Belhadj, spostando Dos Santos a sinistra e alzando Bislimi dietro la punta. Una mossa che ci stava e che aveva già fatto in passato.
Poi, però, ha inserito Marques terzino sinistro e ha alzato nel tridente offensivo Alioski, invece di tentare la carta Cassano o Philstrom.
Una mossa meno scontata, che potrebbe venir vista come una mancanza di fiducia verso i due giovani attaccanti, che con l’assenza di Steffen, forse, speravano di godere di qualche minuto in più.
E invece no: anche se un po’ affaticato, Alioski è rimasto in campo. La sua esperienza è servita per prendere fiato e perdere qualche secondo prezioso.
Anche se nel finale, giusto riconoscerlo, sulle palle ferme il Lugano ha rischiato di subire il pareggio.
Ma questa con lo Zurigo era una partita troppo importante, che poteva rilanciare definitivamente i bianconeri: avendo soltanto il campionato, il tecnico non ha esitato a optare per i giocatori che fornivano le maggiori garanzie. E ha fatto bene.
Non è una bocciatura per chi è rimasto fuori, ma è un segnale che avendo una sola competizione, ora non si fanno più regali a nessuno.
Stasera, il segnale è stato chiaro.