Il Barcellona ha un grande
obiettivo: vincere la Champions. Si sente e si percepisce come una
grande squadra. Ma la stagione è cominciata tra luci e ombre. La
vittoria, nell'ultima giornata della Liga, è arrivata all'ultimo
respiro. Scatenando una gioia irrefrenabile, specie nel suo tecnico.
Hansi Flick sembra trasformato, la passata stagione pareva
impeccabile, sempre diplomatico e freddo. Da un tedesco ci si aspetta
simili attitudini, comportamenti quasi severi e poco inclini alla
volubilità. Ma l'allenatore sta offrendo una nuova versione, non
riesce a trattenersi e mostra una inusitata passione. Dove prima
c'era correttezza e sobrietà, ora si manifesta visceralità ed
esuberanza. Ma non solo. Il Barcellona stava pareggiando contro il
Girona, all'annuncio di solo quattro minuti di recupero, ha
contestato aspramente e platealmente la decisione, è stato espulso,
nell'assalto finale Araujo ha segnato per i padroni di casa, regalando una vittoria inaspettata. E Flick,
che non aveva abbandonato il campo, è letteralmente esploso, ha dato
vita a un'esultanza rabbiosa, ha preso a gesticolare, andando oltre i
limiti. In Spagna si parla di “cortes de mangas”, alle nostre
latitudini è il classico gesto dell'ombrello, ripetuto più volte.
Lui si è così giustificato: “Il calcio è emozione anche per
noi. Il gesto non era rivolto a nessuno”. Spiegazione debole e
assolutoria nei confronti di sé stesso. Bastava scusarsi e ammettere
lo sbaglio.
CALCIO INTERNAZIONALE

Gesto dell'ombrello alla tedesca