CALCIO ITALIANO
Comanda Allegri
Pubblicato il 20.10.2025 06:38
di Silvano Pulga
Per prima cosa, non bisogna guardare la squadra prima in classifica della Serie A: è l'Inter di Chivu ad aver dato un segnale fortissimo al massimo campionato italiano. Andare a vincere a Roma non era certo scontato, e farlo in quel modo è un messaggio chiaro per tutti: i milanesi ci sono, hanno delle seconde linee di spessore a differenza dello scorso anno, quando serve, sanno soffrire e, perché no, sono stati guardati favorevolmente da Eupalla. A Napoli, il prossimo fine settimana, andranno per vincere, contro una compagine che ha fatto vedere qualche crepa, tornando da Torino sponda granata a mani vuote. E, se dovesse succedere, a quel punto i milanesi non si potranno più nascondere. Certo, ci vorrà l'intelligenza e l'umiltà di far giocare in Europa i rincalzi, puntando sul bersaglio grosso tra i propri confini; ma questa, è un'altra storia. Il Como lo conosciamo bene, visto che di partite al Sinigaglia, quest'anno, ne abbiamo viste parecchie. Logico che i tifosi facciano festa grande per una vittoria di prestigio che mancava dal secolo scorso; tuttavia, che i lariani edizione Cesc Fàbregas (ieri in tribuna per squalifica) siano oggi una realtà in grado d'imporsi sulla Juventus di quest'epoca, è un dato di fatto, e può stupire solo a livello sentimentale. Non c'era riuscito il Milan, perché al Diavolo manca l'attaccante in grado di fare la differenza; Nico Paz, invece, è un giocatore che, in questa Serie A, sa inventarti due colpi che ti fanno portare a casa i 3 punti. Chiunque ci sia di fronte. E il Milan capolista? Per ciò che abbiamo visto dalla tribuna di San Siro, va detto che i rossoneri hanno fatto di più della Fiorentina, e che la vittoria ci sta. Tuttavia, i buchi nella campagna acquisti, che avevamo denunciato a suo tempo, sono emersi di prepotenza. C'è voluto un rigore generoso per regalare ai ragazzi di Allegri 3 punti non certo scandalosi (e, del resto, qualche settimana fa non erano bastati due falli su Nkunku per convincere arbitro e VAR a concedere la massima punizione ai rossoneri). C'è però rabbia, da parte dei toscani, a fine partita, per il rigore che ha deciso l'incontro. A parlare è stato il direttore sportivo Pradè, che si è assunto tutte le responsabilità del momento difficile della Viola, mandando in sala stampa l'allenatore Stefano Pioli dopo di lui. Al netto delle critiche sull'operato dell'arbitro Martinelli, che ci stanno, l'unico tiro in porta dei suoi è stato quello in occasione del gol del vantaggio, nato da una serie di topiche da Museo degli Orrori da parte della retroguardia avversaria: troppo poco, oggettivamente. Stefano Pioli si è detto fiducioso, davanti ai numerosi colleghi toscani, di riuscire a risollevare la baracca, mentre, dopo di lui, un serafico Max Allegri ha detto che si limita, invece, a prendere nota dei punti di vantaggio sulla quinta in classifica. I favoriti per festeggiare, a maggio, abitano su un'altra sponda del Naviglio.