TENNIS
Sinner non è italiano?
Pubblicato il 23.10.2025 06:15
di A. L.
Sinner non è italiano. È colpevole. Ha opposto il gran rifiuto: non intende rispondere alla convocazione per la Coppa Davis. Autorevoli giornalisti si sono scagliati contro: Corrado Augias; Aldo Cazzullo; Francesco Merlo; Bruno Vespa che in un post è stato capace di chiamare Alcaraz Alvarez. L'assunto è chiaro: lo sport è la rappresentazione dell'identità nazionale con altri mezzi. L'accusa mostra prove evidenti: parla tedesco; risiede a Montecarlo. Il verdetto è inappellabile e non sono ammessi ricorsi. Sono tempi in cui non esiste il ragionamento, esistono opinioni che sono certezze, esistono pensieri che sono verità. Il dibattito è specioso e appartiene al passato. Sinner è un campione di alto livello. Non vuole essere un simbolo, vuole giocare a tennis, vuole vincere, vuole essere un esempio come atleta, vuole essere un testimone sportivo. La questione è attinente all'identità, alla manifestazione di appartenenza alla Nazione. E anche nello sport questo assioma è indiscutibile. L'inno parte e i calciatori lo devono cantare a squarciagola, la mano deve essere posta sul petto e sul cuore. Lo sportivo deve avere un comportamento esemplare, lo si carica di una responsabilità assoluta. Che cos'è una Nazione? Lo storico francese Renan sosteneva che fosse un plebiscito di tutti i giorni. Ma in questo tipo di plebiscito: Stato? Scuola? Famiglia? Comunità? Dove sono? Ma Sinner non si preoccupi. Al prossimo Slam conquistato, tutto sarà dimenticato. È la società dello spettacolo, tutto fluisce, la memoria è labile, l'oblio è veloce. Il vincitore è sempre redento.