Che botta. E che paura. L’incidente nel giro
di schieramento della Moto3 a Sepang è stato di una rara violenza,
quando José Antonio Rueda (fresco di iride nella categoria) ha
tamponato lo svizzero Noah Dettwiler. Lo spagnolo ha riportato una
sospetta frattura alla mano e qualche contusione, per l’elvetico il
quadro clinico è più complesso. Il team CIP Green Power ha
rilasciato un comunicato dove si parla di “diverse operazioni
chirurgiche da sostenere al nosocomio di Kuala Lumpur, vi chiediamo
di rispettare la sua privacy e per il momento non seguiranno
ulteriori dettagli; Noah è un vero combattente e l’intero team è
con lui”. Parole che destano ovviamente preoccupazione, anche se il
pilota era cosciente dopo il gravissimo incidente. Già lo abbiamo
scritto. La Moto3 e la Moto2 sono trattate sempre “peggio”
dall’organizzazione, sul banco degli imputati va l’aver tolto il
warm up del mattino, trasformando anche un giro di schieramento in
un’occasione per spingere più del dovuto, con Rueda che ha
brutalmente tamponato Dettwiler al rilento. Così non va, in molti
(come l’ex pilota Alex Hofmann) si lamentano, con una
programmazione TV dipendente e MotoGP pure. Ci si lamenta anche delle
interviste ai piloti pochi minuti prima del via (immaginatevi farlo
ad uno sciatore), a quanto sta diventando sempre tutto più eccessivo
(le sprint race a titolo personale non le ho mai gradite), con
immagini anche al limite del comico con Fermin Aldeguer che si
schianta nel box (ma quando mai?). Piloti sotto stress, poco sereni e
lucidi, come Pecco Bagnaia che a giusta ragione si lamenta
dell’assenza di informazioni sull’eventuale pericolo di vita per
Dettwiler, lui che fu tra i più sensibili quando nel 2021 al Mugello
perse la vita l’elvetico Jason Dupasquier. Empatico, sensibile,
Pecco ha anche criticato l’uscita del documentario sul 2015,
giovedì, nel giorno del ricordo della scomparsa del SIC. Un
documentario volutamente polemico, enfatico, ridondante nella noia
più totale di continuare a parlare di quanto avvenne tra Valentino
Rossi e Marc Marquez. Ed un segno ulteriore che questo motomondiale
vive nel passato incapace di creare un presente più interessante,
magari anche tradizionale nel suo svolgimento e soprattutto umano.
Ora conta solo scrivere “forza Noah”. La gara di Moto3 potevano
anche cancellarla… “Chissene” davanti alla vita.
MOTOCICLISMO
Forza Noah, ma così non va