Un
autentico disastro, che vede coinvolti arbitri, assistenti e Var. Una
giornata di Campionato che dovrebbe segnare un punto di non ritorno, ma non
succederà nulla. Eppure è capitato di tutto: a Milano, a Napoli, a
Firenze e a Roma. La classe arbitrale italiana non ha toccato il
fondo, ha solo mostrato la sua inadeguatezza, per usare un eufemismo.
L'episodio più clamoroso è naturalmente quello accaduto durante
Napoli-Inter: l'arbitro, che era vicino all'azione, decreta un rigore
dopo 8 secondi, su indicazione dell'assistente, il Var poteva
correggere, forzando il protocollo, ma è stato silente. È l'apoteosi
della confusione. Esiste un imputato: si chiama Aia (Associazione Italiana Arbitri). Opera in totale autonomia, in assoluta mancanza trasparenza.
Tutto sembra avvolto nel mistero, in relazione alle carriere e alle
promozioni e su molte altre questioni. E il Var non ha eliminato
discussioni e polemiche, ma contribuisce ad alimentarle. Perché? Lo
vogliono silente e depotenziato. Gli arbitri vogliono mantenere il
potere di decidere. E poi c'è il campo: gli arbitri fischiano
continuamente, il gioco è spesso interrotto, e tollerano le
simulazioni. Tutto noto da tempo. Ma non ci saranno cambiamenti. E lo
spettacolo continuerà.
(nella foto il designatore arbitrale Gianluca Rocchi)