CALCIO SVEDESE
Mjällby, favola e record
Pubblicato il 27.10.2025 05:41
di Silvano Pulga
Avevamo già scritto qualche settimana fa dell'ormai prossima impresa del Mjällby in Allsvenskan: il più era ormai fatto, mancava solo la matematica. E, come sa chi ha praticato sport a livello agonistico, quando ti rendi conto di essere a un passo dalla vittoria le cose diventano incredibilmente più semplici. Così, dopo aver conquistato il titolo matematicamente la scorsa settimana, la squadra giallonera, della quale oggi si parla tantissimo anche oltre i propri confini, ha ottenuto in rimonta una vittoria casalinga contro il Norrköping, davanti all'entusiasta pubblico di casa, che ha sostenuto con affetto i propri beniamini per tutto l'incontro, trascinandoli al successo, nonostante fosse del tutto ininfluente ai fini della classifica. Ma si sa: ci sono certi momenti dove sei convinto di poter spaccare il mondo. E non è stato un caso che, a fine partita, l'attaccante dei neocampioni di Svezia Jacob Bergström abbia dichiarato che i suoi, ormai, hanno acquisito una totale fiducia su loro stessi e sul gioco che sanno mettere in campo. Negli spogliatoi, all'intervallo, ha detto che tutti erano consapevoli di aver giocato un brutto primo tempo, ma c'era la consapevolezza di poter ribaltare il risultato nella ripresa. Cosa che si è poi puntualmente verificata.
Ora, il  Mjällby, dopo aver scritto una pagina di storia del calcio svedese, ha davanti la possibilità di fare il record di punti in campionato. I gialloneri, col successo di ieri, sono infatti arrivati a 69 lunghezze, col punteggio massimo raggiunto, fissato nelle stagioni passate da Malmö e AIK, a 70. Con 2 partite ancora da disputare (Värnamo in trasferta e Häcken allo Strandvallen) l'obiettivo appare infatti realistico. A festeggiare i neocampioni ieri erano presenti in 5.629: non per scarso entusiasmo, ma per la capienza massima dello stadio. Una favola, insomma, che serve a riconciliarsi con un calcio che a volte sembra sempre più lontano dai tifosi, con partite fissate a orari incredibili per esigenze televisive, o con progetti di giocare in altri continenti (in Spagna però ci hanno ripensato, e in Italia qualcosa sta scricchiolando: ne parleremo più avanti). 
D'altra parte, c'è il rovescio della medaglia. Al netto dello scarso rendimento della nazionale Blågul (e la Nati ringrazia, anche se gli effettivi svedesi giocano praticamente tutti all'estero), i risultati delle squadre svedesi in Europa (il Malmö è stato letteralmente spazzato via dal Copenaghen nel play off di ChL, per dire) non sono certo esaltanti, anche se in Conference League, nelle ultime stagioni, qualcosa si è visto. Bisognerà quindi capire se questo exploit sia figlio di un'idea di gioco particolarmente riuscita, con gli interpreti che hanno trovato tutti la migliore stagione della carriera (sono alchimie che, a volte, nel calcio si trovano), o se si debba invece prendere atto di un basso livello qualitativo. Abbiamo seguito da vicino l'Allsvenskan per anni, per un'altra testata e per Sportitalia, e saremmo più propensi a pensare a un prevalere della seconda ipotesi. Al netto del fatto che quella compiuta dal Mjällby è una vera e propria impresa che, come scrivevamo tempo fa, non è nata dal nulla, ma che è stata costruita nel tempo. Eh sì: ha ragione Cesc Fàbregas. Il quale, probabilmente, non sa neppure dove sia lo Strandvallen, ma che ha centrato il punto.