SCI
Sicurezza, ora si cambia
Pubblicato il 28.10.2025 06:11
di Silvano Pulga
"Lo sci alpino è, per definizione, uno sport ad alto rischio, e questo non cambierà mai. Ciò che deve continuare a evolversi è la cultura della sicurezza che lo circonda, a tutti i livelli, sia in gara che in allenamento. Migliorare la sicurezza degli atleti è una responsabilità condivisa: della FIS, delle Federazioni Nazionali di Sci, degli atleti, degli allenatori e degli organizzatori. La FIS si impegna a dare il buon esempio, stabilendo gli standard più elevati e promuovendo un cambiamento positivo nel nostro sport.". Con questa premessa, magari ovvia, ma che ha indicato una chiara direzione per il futuro, il presidente della FIS Johan Eliasch, nei giorni scorsi, ha affrontato il tema della sicurezza in pista, soprattutto riguardo alle discipline veloci, nell'imminenza dell'inizio di una ricchissima stagione di sci alpino, che vedrà, nel 2026, anche lo svolgimento delle Olimpiadi invernali di Milano/Cortina. In concreto, la FIS ha fissato le linee guida per un innalzamento degli standard di sicurezza. In particolare, verrà condotto un audit dettagliato sugli allenamenti nella specialità della discesa libera, che verranno omologati a livello globale, in modo da garantire la piena conformità ai più elevati requisiti di sicurezza. L'obiettivo è uniformare tutto entro la primavera del 2026. Viene previsto l'aggiornamento delle linee guida sulla sicurezza a tutti i livelli, nazionali e internazionali, introducendo rigorosi protocolli di sicurezza sia per gli allenamenti che per le competizioni. In particolare, verrà reso obbligatorio l'uso dei dispositivi di protezione (i famosi airbag, che abbiamo già visto nel recente passato) non solo in gara, anche durante gli allenamenti. Infine, verrà istituito un gruppo di lavoro specializzato, guidato dai direttori di gara Markus Waldner e Peter Gerdol, al quale verrà dato il compito di sviluppare, testare e presentare nuove proposte per migliorare ulteriormente gli standard di sicurezza dello sci alpino. L'obiettivo è che queste proposte siano approvate per l'implementazione nella stagione 2026/27. Le intenzioni dei vertici della FIS sono quindi chiare: vedremo, a questo punto, quale sarà la reazione dell'ambiente. Noi abbiamo ancora in mente lo sfogo, proprio davanti a noi, di Cyprien Sarrazin a Wengen, nel 2024, subito dopo la rovinosa caduta di Aleksander Kilde, praticamente sulla linea del traguardo. Lui stesso, a Bormio, è stato protagonista di una caduta terribile, dove l'airbag è stato fondamentale ad attutirne le conseguenze, comunque gravi. Come nel ciclismo, il rischio zero non esisterà mai; tuttavia, si può almeno provare a ridurlo, e ad attutire soprattutto le conseguenze delle cadute. Gli atleti sono infatti dei professionisti, e la loro integrità fisica è fondamentale, per il prosieguo della loro attività: tuttavia, a volte, in nome dello spettacolo, questo particolare si tende a non ricordarlo. E bene ha fatto, tempo fa, Marco Odermatt a prendere posizione contro gli impegni troppo ravvicinati.