"Lo sci alpino è, per definizione, uno sport ad alto
rischio, e questo non cambierà mai. Ciò che deve continuare a
evolversi è la cultura della sicurezza che lo circonda, a tutti i
livelli, sia in gara che in allenamento. Migliorare la sicurezza
degli atleti è una responsabilità condivisa: della FIS, delle
Federazioni Nazionali di Sci, degli atleti, degli allenatori e degli
organizzatori. La FIS si impegna a dare il buon esempio, stabilendo
gli standard più elevati e promuovendo un cambiamento positivo nel
nostro sport.". Con questa premessa, magari ovvia, ma
che ha indicato una chiara direzione per il futuro, il presidente
della FIS Johan Eliasch, nei giorni scorsi, ha affrontato il tema
della sicurezza in pista, soprattutto riguardo alle discipline
veloci, nell'imminenza dell'inizio di una ricchissima stagione di sci
alpino, che vedrà, nel 2026, anche lo svolgimento delle Olimpiadi
invernali di Milano/Cortina. In concreto, la FIS ha fissato le linee
guida per un innalzamento degli standard di sicurezza. In
particolare, verrà condotto un audit dettagliato sugli allenamenti
nella specialità della discesa libera, che verranno omologati a
livello globale, in modo da garantire la piena conformità ai più
elevati requisiti di sicurezza. L'obiettivo è uniformare tutto entro
la primavera del 2026. Viene previsto l'aggiornamento delle linee
guida sulla sicurezza a tutti i livelli, nazionali e internazionali,
introducendo rigorosi protocolli di sicurezza sia per gli allenamenti
che per le competizioni. In particolare, verrà reso obbligatorio
l'uso dei dispositivi di protezione (i famosi airbag, che abbiamo già
visto nel recente passato) non solo in gara, anche durante gli
allenamenti. Infine, verrà istituito un gruppo di lavoro
specializzato, guidato dai direttori di gara Markus Waldner e Peter
Gerdol, al quale verrà dato il compito di sviluppare, testare e
presentare nuove proposte per migliorare ulteriormente gli standard
di sicurezza dello sci alpino. L'obiettivo è che queste proposte
siano approvate per l'implementazione nella stagione 2026/27. Le
intenzioni dei vertici della FIS sono quindi chiare: vedremo, a
questo punto, quale sarà la reazione dell'ambiente. Noi abbiamo
ancora in mente lo sfogo, proprio davanti a noi, di Cyprien Sarrazin
a Wengen, nel 2024, subito dopo la rovinosa caduta di Aleksander
Kilde, praticamente sulla linea del traguardo. Lui stesso, a Bormio,
è stato protagonista di una caduta terribile, dove l'airbag è stato
fondamentale ad attutirne le conseguenze, comunque gravi. Come nel
ciclismo, il rischio zero non esisterà mai; tuttavia, si può almeno
provare a ridurlo, e ad attutire soprattutto le conseguenze delle
cadute. Gli atleti sono infatti dei professionisti, e la loro
integrità fisica è fondamentale, per il prosieguo della loro
attività: tuttavia, a volte, in nome dello spettacolo, questo
particolare si tende a non ricordarlo. E bene ha fatto, tempo fa,
Marco Odermatt a prendere posizione contro gli impegni troppo
ravvicinati.
SCI
Sicurezza, ora si cambia