HC AMBRÌ PIOTTA
Joly, tre punti e... tanti dubbi
Pubblicato il 01.11.2025 09:06
di Marco Maffioletti
Tutto è bene quel che finisce bene? Di base sì, l’Ambrì ha espugnato Porrentruy tornando da lontano, dopo un primo tempo difensivamente catastrofico. Il solito carattere non è mai mancato, Michael Joly è stato imperiale con due gol e due assist.
Certo, se dopo si va ad analizzare la prova messa sul ghiaccio dai biancoblù, saltano fuori tutti i limiti di questa squadra. Si affrontavano le ultime due della classifica, paradossalmente ciò ha reso la contesa spettacolare e divertente, proprio perché entrambe le compagini agiscono senza struttura e dietro compiono troppi errori individuali e collettivi. Il risultato finale di 5 a 4 si spiega in fondo cosi. La differenza di livello tra i migliori attori delle due squadre rispetto agli altri è impressionante.
Nell’Ajoie, i vari Nättinen, Turkulainen, Honka e Bellemare sembrano fare un altro sport rispetto ai loro compagni elvetici. Il discorso vale anche per l’Ambrì e Joly: una persona all’oscuro di tutto, ma competente di hockey, potrebbe pensare che tra il canadese e l’attuale DiDomenico oppure Tierney ci sia una lega di scarto, come se gli ultimi due fossero licenze B arrivate dal Basilea di turno.
L’Ambrì alla fine ha vinto anche grazie al powerplay: le due occasioni con l’uomo in più sono state entrambe sfruttate, l’ultima a 24’’ dal 60' con la rete risolutoria di Manix Landry. Gli ospiti sono inoltre stati bravi a non finire mai sulla panchina dei penalizzati. Il match non ha detto in sostanza nulla di nuovo e non ha lasciato intravedere chissà che progressi, ma in questo momento non è il caso di fare la bocca fine. Si sono ottenuti i tre punti e bisogna tenerseli stretti per rimanere agganciati a chi sta davanti.
Chi vince ha sempre ragione recita un vecchio detto, resta però quantomeno bizzarro il fatto di vedere i due validi giovani Bachmann e Terraneo relegati in sovrannumero. Ogni partita per loro è una grande chance al fine di progredire ed entrambi oltretutto hanno contratti ancora validi per il futuro, sono una sorta di “patrimonio” per il club. “Se ci fosse una difesa composta da Ramon Untersander, Dean Kukan, Romain Loeffel e Lukas Frick potrei capire questa scelta, ma quando vedi gli altri difensori elvetici dell’Ambrì è incomprensibile per qualità e anagrafe.”, così si è espresso a fine gara un ex giocatore incontrato all’esterno dell’impianto giurassiano al termine del match. Non è il solo ad avere questo sentimento, anzi. Il tutto senza nulla togliere a guerrieri come i fratelli Dotti e Zgraggen, ma se si vuole fare un passo in avanti in un prossimo futuro si potrà solamente farlo forgiando talenti come Simone e Luc. Ogni match trascorso in tribuna è uno spreco.
(Foto Ticishot-Simone Andriani)