In attesa dei due posticipi del lunedì (Sassuolo-Genoa
e Lazio-Cagliari), la decima giornata della Serie A ha emesso alcune
sentenze interessanti. La prima, in ordine di tempo, è che il Como
si è confermato squadra di ottimo cabotaggio, andando a giocare a
Napoli una partita dove ha saputo difendersi con ordine, senza
rischiare troppo. Un peccato l'errore dal dischetto di Álvaro
Morata, ipnotizzato dal portiere avversario, che lo aveva atterrato
poco prima in area: rigore ottenuto di mestiere, ma respinto,
appunto, con altrettanta esperienza da Vanja Milinković-Savić. Lo
spagnolo si conferma così attaccante di movimento, che spazia su
tutto il fronte offensivo eccetera, ma con una scarsa propensione a
scrivere il proprio nome alla voce "marcatori" del
tabellino. Noi, che siamo della vecchia guardia, continuiamo così a
preferire Anastasios Douvikas, uno che la penna per firmare, invece,
la tiene sempre a portata di mano. Per fortuna dei lariani, il loro
allenatore è però Cesc Fàbrgas.
Questa prima considerazione ci consente così di aprire
il capitolo sul match clou di San Siro: gara di buon livello, con la
Roma che si è decisamente fatta preferire per gran parte della prima
frazione, ma senza un cannoniere in grado di finalizzare le diverse
occasioni create, giocando a ritmi inusuali per il massimo campionato
delle Penisola. Alla fine, nel rispetto di un'antica legge del
calcio, a segnare è stato il Milan, naturalmente non con un
attaccante, ma con un centrale difensivo, Strahinja Pavlović. Il
serbo non sarà un giocatore di classe sopraffina, ma ha un'ottima
capacità di corsa, e sa proporsi in attacco, sulle palle ferme e in
queste occasioni, Da lì l'inerzia della sfida è cambiata, e a
sbagliare i gol sono stati i rossoneri, ai quali manca, come
scriviamo da mesi, l'attaccante da 20 gol a stagione. La Roma,
all'83', ha avuto la possibilità di pareggiare, a coronamento di un
finale intenso ma sterile: tuttavia, come a Napoli, Dybala si è
fatto ipnotizzare da Mike Maignan. Interpreti differenti, stesso
copione; e così, Max Allegri resta nelle posizioni che contano,
nonostante una rosa incompleta, corta e falcidiata dagli infortuni.
Vittoria (in trasferta, a Cremona) per la Juventus targata Spalletti,
che ha tenuto saldamente in mano le redini dell'incontro, sbagliando
parecchi gol. Presto per parlare di ripresa: serviranno sfide più
performanti, ma a Madama serviva invertire la tendenza, e rimanere
attaccata al treno delle migliori. A godere più di tutte, quindi, è
stata l'Inter, che ha vinto a Verona con la benevolenza di Eupalla:
sono segnali, questi, che possono apparire irrazionali ai profani, ma
che hanno significati profondi per i viziosi di calcio. Cristian
Chivu è uomo che cerca soluzioni semplici a grandi problemi: se avrà
l'umiltà di non voler vincere sfide impossibili in Europa (se mai si
dovessero palesare), e userà la Coppa Italia per consentire alle
seconde linee di fare minutaggio, come si faceva una volta, ha lo
scudetto in tasca, viste la qualità e i limiti palesati, sinora,
dalla concorrenza. La data segnata in rosso: il 23 novembre, alle
20.45, quando affronterà il Milan. Se vincerà, da favorito qual è,
riceverà la spinta decisiva per andare sino in fondo. Non saranno,
quindi, in palio solo tre punti.
CAMPIONATO ITALIANO
Allegri, anche il Milan è da scudetto