La pausa dedicata alla Nazionale permette un po’ a tutti di tirare il fiato e ricaricare le batterie. Ci sono però anche i meno fortunati, ovvero i direttori sportivi, che non possono mai fermarsi. Ciò vale in modo particolare per il diesse dell’Ambrì Alessandro Benin. Il 48enne è alla disperata ricerche di forze nuove dal mercato stranieri, ma la situazione è molto arida. Incastrare i pezzi del puzzle è difficile. Tanti agenti stanno proponendo un po’ da tutto il mondo i loro clienti. Il problema? Dietro a diversi di questi ci sono interrogativi legati al fisico e allo stato di salute, alcuni sono fermi da molti mesi e l’Ambrì non può permettersi di “aspettarli”. È una missione titanica quella di Alessandro. Ci sono poi elementi che non stanno performando e che potrebbero liberarsi, ma anche lì le incognite non mancano. Alla fine qualcosa si muoverà quasi certamente, ma è chiaro che chiunque arriverà potrà essere considerato una sorta di scommessa e non un valore sicuro. Bisogna esserne coscienti.
La pausa sarà anche molto importante per il duo Landry/Matte. I due avranno per la prima volta la vera possibilità di cambiare qualcosa a livello di gioco. Una riflessione se la porranno anche in merito alla difesa della gabbia. È innegabile che Gilles Senn attualmente offra più garanzie rispetto a Philip Wüthrich. Lo dicono le statistiche, nettamente a favore del vallesano in qualsiasi ambito, e il linguaggio del corpo. Senn emana più sicurezza e tranquillità. Si continuerà veramente con una rotazione? Difficile crederlo.
Torniamo infine sul polverone alzatosi per le critiche inerenti al mancato impiego dei giovani Terraneo e Bachmann nel finesettimana, polverone che ha innescato la reazione di René Matte. Lo ripetiamo, chi vince ha sempre ragione. È comprensibile e umano che i due allenatori, i quali non conoscono il loro futuro a media-lunga gittata, pensino al bene sportivo attuale, al loro lavoro e non guardino più in là. Il problema? Questo è un navigare a vista. Non schierando questi validi prospects non li fai progredire. Non è una questione di meritocrazia, bensì di pianificazione. La differenza di apporto tra Simone/Luc e gli altri difensori elvetici non giustifica il sacrificio di chi ha ampi margini di miglioramento. Inoltre non è un bel biglietto da visita per il direttore sportivo a interim che cerca d’ingaggiare altri talenti da forgiare, visto che i difensori validi già formati non firmano mica sulle rive degli Audan. È inutile poi lamentarsi o dispiacersi se l’Ustinkov di turno si accasa a Rapperswil e non in Leventina. Il fatto oltretutto di non sapere chi sarà l'allenatore e chi fungerà da diesse non aiuta. L’unica possibilità di migliorare la difesa per l’Ambrì è di investire su questi giovani già presenti e schierarli sempre. I fratelli Dotti e Zgraggen (grandi guerrieri e che danno il sangue per l'Ambrì) pure a causa di questioni anagrafiche non progrediranno più, il loro livello è questo e non permetteranno un salto di qualità in vista della stagione 26/27.
ps. a chi minimizza, dicendo che alla fine i 2 giovani hanno poi solo riposato un weekend (prima di una pausa di 2 settimane...), le statistiche mostrano una tendenza preoccupante: Bachmann ha disputato solamente 6 partite delle ultime 10, Terraneo 7.
La pausa sarà anche molto importante per il duo Landry/Matte. I due avranno per la prima volta la vera possibilità di cambiare qualcosa a livello di gioco. Una riflessione se la porranno anche in merito alla difesa della gabbia. È innegabile che Gilles Senn attualmente offra più garanzie rispetto a Philip Wüthrich. Lo dicono le statistiche, nettamente a favore del vallesano in qualsiasi ambito, e il linguaggio del corpo. Senn emana più sicurezza e tranquillità. Si continuerà veramente con una rotazione? Difficile crederlo.
Torniamo infine sul polverone alzatosi per le critiche inerenti al mancato impiego dei giovani Terraneo e Bachmann nel finesettimana, polverone che ha innescato la reazione di René Matte. Lo ripetiamo, chi vince ha sempre ragione. È comprensibile e umano che i due allenatori, i quali non conoscono il loro futuro a media-lunga gittata, pensino al bene sportivo attuale, al loro lavoro e non guardino più in là. Il problema? Questo è un navigare a vista. Non schierando questi validi prospects non li fai progredire. Non è una questione di meritocrazia, bensì di pianificazione. La differenza di apporto tra Simone/Luc e gli altri difensori elvetici non giustifica il sacrificio di chi ha ampi margini di miglioramento. Inoltre non è un bel biglietto da visita per il direttore sportivo a interim che cerca d’ingaggiare altri talenti da forgiare, visto che i difensori validi già formati non firmano mica sulle rive degli Audan. È inutile poi lamentarsi o dispiacersi se l’Ustinkov di turno si accasa a Rapperswil e non in Leventina. Il fatto oltretutto di non sapere chi sarà l'allenatore e chi fungerà da diesse non aiuta. L’unica possibilità di migliorare la difesa per l’Ambrì è di investire su questi giovani già presenti e schierarli sempre. I fratelli Dotti e Zgraggen (grandi guerrieri e che danno il sangue per l'Ambrì) pure a causa di questioni anagrafiche non progrediranno più, il loro livello è questo e non permetteranno un salto di qualità in vista della stagione 26/27.
ps. a chi minimizza, dicendo che alla fine i 2 giovani hanno poi solo riposato un weekend (prima di una pausa di 2 settimane...), le statistiche mostrano una tendenza preoccupante: Bachmann ha disputato solamente 6 partite delle ultime 10, Terraneo 7.
(Formenton e Virtanen, nella foto Tisichot-Simone Andriani)