Era nell’aria da qualche giorno, soprattutto dopo l’arrivo
di Giuseppe Sannino, che aveva portato con sé (giustamente) il suo assistente Andrea Bruno.
Manuel Benavente, domani mattina, lascerà Bellinzona e partirà per la Spagna: lavorerà con Mario Rosas (ora direttore generale) all’Eldense, club di Prima Lega spagnola (equivalente alla Prima Promotion) appena rilevato da Juan Carlos Trujillo, patron granata.
Benavente lascia il Ticino per la seconda volta: era arrivato con Mario Rosas, quasi due anni fa, quando la famiglia Bentancur era proprietaria del club. È stato richiamato in fretta e furia all’inizio di questo campionato, dato che Xavi Ibarra, che aveva diretto la preparazione del club granata, non era in possesso del patentino Uefa Pro.
Benavente non ha quasi mai potuto esprimere le sue idee calcistiche, anche perché si è sempre trovato qualcuno sopra di lui. Prima Rosas, anche lui senza patentino Uefa Pro, e poi Gonzalez, il tecnico colombiano rimasto a Bellinzona due mesi senza poter mai sedere sulla panchina.
In questo suo periodo nella capitale, il tecnico spagnolo ha ricevuto indicazioni su ciò che doveva fare e pure qualche goffa telefonata dalla tribuna, sostenendo il suo ruolo di comprimario con grande aplomb e rispetto delle gerarchie.
Ha dovuto spesso difendersi in conferenza stampa dalle scomode domande dei giornalisti, soprattutto in periodi in cui squadra e società avevano (e hanno tuttora) delle difficoltà. Non è stato facile.
Lo ha sempre fatto con il massimo rispetto e mettendosi una mano sul cuore, da grande amante del calcio e della sua professione.
Una professione che ha vissuto da mille angolazione: come assistente allenatore, direttore sportivo e perfino allenatore dei portieri.
Non resta altro che augurargli il meglio nella sua nuova avventura, sperando che presto o tardi qualcuno gli dia quella chance che merita anche da allenatore principale.
Hasta luego y mucha suerte Manuel.
Manuel Benavente, domani mattina, lascerà Bellinzona e partirà per la Spagna: lavorerà con Mario Rosas (ora direttore generale) all’Eldense, club di Prima Lega spagnola (equivalente alla Prima Promotion) appena rilevato da Juan Carlos Trujillo, patron granata.
Benavente lascia il Ticino per la seconda volta: era arrivato con Mario Rosas, quasi due anni fa, quando la famiglia Bentancur era proprietaria del club. È stato richiamato in fretta e furia all’inizio di questo campionato, dato che Xavi Ibarra, che aveva diretto la preparazione del club granata, non era in possesso del patentino Uefa Pro.
Benavente non ha quasi mai potuto esprimere le sue idee calcistiche, anche perché si è sempre trovato qualcuno sopra di lui. Prima Rosas, anche lui senza patentino Uefa Pro, e poi Gonzalez, il tecnico colombiano rimasto a Bellinzona due mesi senza poter mai sedere sulla panchina.
In questo suo periodo nella capitale, il tecnico spagnolo ha ricevuto indicazioni su ciò che doveva fare e pure qualche goffa telefonata dalla tribuna, sostenendo il suo ruolo di comprimario con grande aplomb e rispetto delle gerarchie.
Ha dovuto spesso difendersi in conferenza stampa dalle scomode domande dei giornalisti, soprattutto in periodi in cui squadra e società avevano (e hanno tuttora) delle difficoltà. Non è stato facile.
Lo ha sempre fatto con il massimo rispetto e mettendosi una mano sul cuore, da grande amante del calcio e della sua professione.
Una professione che ha vissuto da mille angolazione: come assistente allenatore, direttore sportivo e perfino allenatore dei portieri.
Non resta altro che augurargli il meglio nella sua nuova avventura, sperando che presto o tardi qualcuno gli dia quella chance che merita anche da allenatore principale.
Hasta luego y mucha suerte Manuel.
(Foto Filippo Zanovello)