Antonio Conte è
l'allenatore più pagato della Serie A, in Italia è temuto, lui
parla e quasi nessuno replica. Si esprime con concetti non complicati
e chiari. Parte dal presupposto che lui ha sempre ragione, perché
gli altri hanno torto. Il piano strategico è evidente: creare la
polemica, individuare il nemico, compattare l'ambiente. Sostiene che
il suo Napoli in alto dia fastidio. A chi? Al Nord. Tutto nella
norma, è il richiamo a una diatriba ormai stantia e priva di sostanza
nella realtà odierna. Ma tornando al calcio. Il tecnico è
considerato un vincente, ma a metà. La sua carriera europea sconfina
nella mediocrità, parecchie ambizioni e molte delusioni. Il Napoli
ha pareggiato contro l'Eintracht, è stata una partita bruttarella,
senza sussulti e con poche emozioni. A termine dell'incontro Conte ha
emesso la sua sentenza: “I tedeschi hanno imparato come si fa il
catenaccio”, e ha sottolineato che la sua squadra cerca “di
andare avanti a livello calcistico e di proporre qualcosa di livello
europeo”. Il calcio vive di risultati. Il Napoli di Conte ha
speso, in due stagioni, oltre 300 milioni. Lo scudetto della passata
stagione lo ha vinto per gentile concessione. E il suo gioco? Ha
costruito una formazione fisica, basata sulla solidità difensiva. Il
resto è determinazione e applicazione. In Italia basta e avanza, in
Europa ci vuole ben altro.
CHAMPIONS LEAGUE
Tedeschi catenacciari