Beppe Sannino in sala stampa ha lo stesso atteggiamento che tiene sul campo. Come succede al cinema dove i divi recitano sulla ribalta ma anche fuori. Ma se la fantasia la fa da padrone sulla ribalta, la ‘saletta’ diventa una miniera di cultura calcistica. Tanto per capirci, il tecnico del Bellinzona non è l’allenatore di ‘c’era questo, c’era quello’ (che evidenzia cioè questo e quell’episodio). Sottolinea che ora, con lui in panchina esiste una ben più limpida realtà caratterizzata dai risultati. A partire dal sonante 5-1 di sabato. Cinque reti (!) realizzate da ragazzi dai volti ‘acqua e sapone’ sui quali sono stati spesso espressi aggettivi non sempre appropriati.
Rompendo ogni indugio - probabilmente qualcuno di importante lo attendeva fuori dallo stadio - Sannino premette (creando un certo imbarazzo tra i presenti) che “non c’è nulla, proprio nulla da dire”. Difficile crederlo, forse al Mister non va giù di essere il protagonista della rinascita di una squadra, glielo facciamo notare, alla ‘deriva’. A questa ‘provocazione’, definiamola così, risponde: “Io sono l’allenatore, avete visto cosa ho fatto l’anno scorso (ha salvato la barca che stava affondano, per chi lo ricordasse, ndr). Il merito è dei ragazzi”.
Già, quei ragazzi che quando li avvicinavamo dopo l’allenamento, oltre che sfiduciati erano stufi di sentire parlare spagnolo. “Io con i giocatori ho un rapporto speciale, sanno che gli voglio bene. È nel mio stile, da sempre”. Nessuno lo dubita. Insistiamo sulla trasformazione avvenuta: “Noi non possiamo giocare le partite come fanno le altre squadre, dobbiamo avere l’umiltà di capirlo. Penso che bisogna andare verso la porta avversaria…” (Ride) Quando gli diciamo che il suo collega argoviese ha parlato di un “Bellinzona cattivo” reagisce con un sorriso: “Dovremmo essere delle signorine? Si gioca per rubare palla e fare gol. Forse Iacopetta intendeva dire cho siamo una squadra organizzata”.
Reti a gogo, e non solo: “Abbiamo effettuato delle belle giocate, sicuramente non frutto di casualità”.
Altro clima per l’ACB, altre fortune. Fosse ripartita con Sannino, anziché all’ultimo posto la squadra si troverebbe forse ai vertici della classifica. Alimentando quei sogni che il nuovo proprietario ha ‘frantumato’ non confermando, magari perché mal consigliato da Mario Rosas, l’ex Palermo.
Già, quei ragazzi che quando li avvicinavamo dopo l’allenamento, oltre che sfiduciati erano stufi di sentire parlare spagnolo. “Io con i giocatori ho un rapporto speciale, sanno che gli voglio bene. È nel mio stile, da sempre”. Nessuno lo dubita. Insistiamo sulla trasformazione avvenuta: “Noi non possiamo giocare le partite come fanno le altre squadre, dobbiamo avere l’umiltà di capirlo. Penso che bisogna andare verso la porta avversaria…” (Ride) Quando gli diciamo che il suo collega argoviese ha parlato di un “Bellinzona cattivo” reagisce con un sorriso: “Dovremmo essere delle signorine? Si gioca per rubare palla e fare gol. Forse Iacopetta intendeva dire cho siamo una squadra organizzata”.
Reti a gogo, e non solo: “Abbiamo effettuato delle belle giocate, sicuramente non frutto di casualità”.
Altro clima per l’ACB, altre fortune. Fosse ripartita con Sannino, anziché all’ultimo posto la squadra si troverebbe forse ai vertici della classifica. Alimentando quei sogni che il nuovo proprietario ha ‘frantumato’ non confermando, magari perché mal consigliato da Mario Rosas, l’ex Palermo.
(Foto Filippo Zanovello)