Forse non ha avuto abbastanza eco l'intervento fatto, nei giorni
scorsi, dal dirigente juventino Damien Comolli, all'Hudi
Performance Insights 2025 a Londra, raccontato dal collega
Luca Bianchin, inviato della Gazzetta dello Sport, e
ripreso dal sempre sagace opinionista Paolo Ziliani. Perché
il plenipotenziario bianconero è andato a parlare a un evento
organizzato da una piattaforma che gestisce statistiche legate al
calcio? Semplicemente, perché ritiene che i dati, nel calcio,
contino più di ogni altra cosa. L'ex dirigente del Tolosa ha
rivelato che Red Bird (eh sì, cari tifosi rossoneri...) lo aveva
reclutato per la sua capacità di gestione dei dati, e per questo
John Elkann lo ha portato a Torino. “Serve un raccordo (tra
dirigenza e allenatore - ndr), una persona che conosca i dati ma
parli il linguaggio di chi sta in panchina. Se c’è questa figura e
un tecnico è aperto, il canale funziona. Altrimenti no”. Ma
non finisce qui: "Quando arriva, un nuovo allenatore
dice che tutto va bene, e cambia idea quando comincia (e magari le
cose non vanno bene - ndr). Io, nel contratto, inserisco quelle prime
frasi. Quando contatto un allenatore, lo avviso subito che la nostra
filosofia del lavoro si basa sui dati, che guidano la scelta dei
giocatori, come tirare i calci piazzati, la prevenzione degli
infortuni e tanto altro. Il coach deve abbracciare questa filosofia,
sennò non cominciamo nemmeno”. Il Cobolli-pensiero
sfocia nell'astrologia: "Nel calcio storicamente si
reclutano giocatori nati nella prima parte dell’anno (Crus, è
vero? ndr)". Abbiamo in libreria parecchi almanacchi, al
netto dei nuovi siti online, e possiamo dimostrare, ovviamente, che
non è così. "Al Tolosa misuravamo la condizione
mentale di tutti i membri nello staff ogni giorno, per comprendere re
se ci fosse stress. È stato utilissimo, per tagliare chi non fosse
motivato. Sul campo, vietavamo cross e tiri da lontano (??!! - ndr)”.
Il resto dell'intervento, chi fosse interessato, potrà trovarlo
in rete, ridendo o preoccupandosi a seconda delle fede calcistica. Le
conclusioni di Comolli sono che "(...) Il calcio è
noioso, leggo pochissimo della materia" e "Se
vuoi essere un modello di comportamento, devi essere te stesso. Chi
mi offre di collaborare con lui è perché vuole che la mia cultura
del lavoro diventi la sua”. Non siamo juventini: ma sapere che
il calcio va in questa direzione (ahinoi, si parlava anche di Red
Bird...) ci preoccupa. Meno male che il Crus si accontenta
di Wyscout, che usa soprattutto per guardare le partite.
Senza dopo controllare la data di nascita di chi gioca.
CALCIO ITALIANO
Previsioni sulla Juve che verrà