NAZIONALE
Svizzera sei Mondiale
Pubblicato il 19.11.2025 07:29
di Silvano Pulga
Essere favoriti sulla carta, nello sport, non basta, come sappiamo: devi poi confermarti sul campo di gara, qualunque esso sia. E lì, le variabili sono molteplici; e, diciamolo, quello è il motivo per il quale ci si appassiona e, magari, da giovani, si pratica sport agonistico. Chi lo ha fatto sa che non si deve mai partire battuti; che la sconfitta non è una fine, ma può essere il punto di partenza della vittoria futura, passando dal rispetto per l'avversario, dalla cultura del lavoro quotidiano, concetti e valori che, tra l'altro, valgono anche nella vita fuori dallo spogliatoio. Il preambolo era necessario per dire che questa qualificazione diretta della nostra nazionale poteva essere nelle previsioni, ma che non va considerata né ovvia né scontata. Murat Yakin, che pure era stato criticato parecchio in passato, ha trovato le giuste alchimie per forgiare un gruppo che sta cambiando, seppur lentamente, seguendo le regole naturali imposta dal tempo. Il selezionatore che, a differenza del predecessore, si fa vedere spesso negli stadi della Super League, a caccia di giovani promettenti, ha saputo sinora scoprire elementi di sicuro interesse (Manzambi, per esempio), valorizzando e dando fiducia ad altri, e trovando anche il coraggio di escludere chi non ha dimostrato di avere lo spirito giusto per fare parte del gruppo: non una cosa scontata, ma sintomo di personalità. Era un girone facile? Sicuramente, era all'altezza della Nati, con un avversario emergente (il Kosovo) e uno di tradizione (la Svezia) in crisi da qualche anno, e condizionata mentalmente dalla certezza di potersi comunque giocare i playoff, in virtù dei risultati ottenuto in Nations League (disastrosa, invece, per la Svizzera). E qua, vale la pena di fare il confronto tra questi due movimenti calcistici, molto simili. Due nazioni benestanti, con una grande tradizione calcistica (gli scandinavi, va detto, qualcosa hanno anche vinto a livello di nazionale maggiore e di club, cosa che a noi manca). Due Paesi destinatari storicamente di un movimento di immigrazione importante dai paesi dell'area balcanica, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista calcistico, e dove il football si deve confrontare, in popolarità, con un movimento hockeistico di primordine. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche per quello che si vede a livello giovanile: e, diciamolo, bisogna prenderne atto. Una cosa è sempre mancata alla Svizzera, a differenza di ciò che la Svezia ha avuto, in passato e anche di recente: il fuoriclasse assoluto. Sul perché, potremmo aprire un dibattito.