La sconfitta del Lugano a Berna, contro uno Young Boys
non certo irresistibile, continua a far discutere.
Si poteva fare di più? Dal punto di vista del risultato, certamente. Anzi, le statistiche, e per una volta utilizziamole anche noi, dicono che il Lugano avrebbe meritato addirittura la vittoria.
Poi c’è il campo, ci sono gli errori che spesso decidono le partite. E qui, purtroppo, uno del Lugano, ha regalato la vittoria agli avversari. Una catena di errori difficile da spiegare, a cinque minuti dalla fine, dopo una partita giocata in maniera pressoché perfetta, senza aver mai concesso (a parte un palo) una vera occasione da gol agli avversari.
Il Lugano ha disputato la partita che doveva fare: attento, bravo nel gestire la palla, non ha mai subìto la veemenza del gioco dell’YB, spesso irretito dalle geometrie dei bianconeri, che hanno avuto diverse palle gol (oltre all’asta di Steffen).
Come ha detto anche Contini, tecnico dell’YB, “è stata una partita a scacchi”.
Eh sì, per chi ama il calcio e apprezza la tattica, è stato bello e soprattutto interessante, vedere come i due allenatori abbiano più volte cambiato i loro moduli per cercare di mettere in difficoltà l'avversario.
Croci-Torti è partito con la difesa a quattro, con Zanotti terzino sinistro. Era convinto che l’YB giocasse con il solito modulo, quel 4-2-3-1, sempre utilizzato fin qui. E invece Contini ha optato per le due punte. Contro uno schieramento del genere, i due terzini avrebbero dovuto fare troppo lavoro di marcatura, perdendo quella libertà di spinta che è uno dei punti di forza del Lugano.
Da lì, dopo 15 minuti, il dietrofront bianconero: difesa a tre, che tanto aveva fatto bene con il Lucerna, e Zanotti che è tornato a spingere sulla destra.
Contini, da parte sua, dopo essere partito con il centrocampo a rombo (e le due punte), ha optato per la difesa a tre, prima di tornare a quattro nel finale di gara. Insomma, anche per l’ex assistente della nazionale, c’è stato tanto da fare.
Non sarà sfuggito a nessuno che il Crus, cosa che non fa solitamente mai, si è messo a scrivere su un taccuino durante la partita: perdipiù in piedi!
E proprio il tecnico bianconero, nel finale, ha cambiato ancora: di nuovo difesa a quattro, con Arigoni terzino sinistro (per arginare la forza fisica del neo entrato Virginius) e Papadopoulos a destra, con Zanotti schierato alto sulla destra.
Una mossa che purtroppo non ha pagato, perché proprio su quella fascia sinistra, il Lugano ha preso gol. Una rete, come detto, figlia però di una catena di errori che raramente si vede.
Il calcio è così: ogni tanto i cambi ti fanno vincere le partite, ogni tanto te le fanno perdere. È anche questione di episodi, di centimetri e di fortuna. E bisogna semplicemente accettarlo.
Si poteva fare di più? Dal punto di vista del risultato, certamente. Anzi, le statistiche, e per una volta utilizziamole anche noi, dicono che il Lugano avrebbe meritato addirittura la vittoria.
Poi c’è il campo, ci sono gli errori che spesso decidono le partite. E qui, purtroppo, uno del Lugano, ha regalato la vittoria agli avversari. Una catena di errori difficile da spiegare, a cinque minuti dalla fine, dopo una partita giocata in maniera pressoché perfetta, senza aver mai concesso (a parte un palo) una vera occasione da gol agli avversari.
Il Lugano ha disputato la partita che doveva fare: attento, bravo nel gestire la palla, non ha mai subìto la veemenza del gioco dell’YB, spesso irretito dalle geometrie dei bianconeri, che hanno avuto diverse palle gol (oltre all’asta di Steffen).
Come ha detto anche Contini, tecnico dell’YB, “è stata una partita a scacchi”.
Eh sì, per chi ama il calcio e apprezza la tattica, è stato bello e soprattutto interessante, vedere come i due allenatori abbiano più volte cambiato i loro moduli per cercare di mettere in difficoltà l'avversario.
Croci-Torti è partito con la difesa a quattro, con Zanotti terzino sinistro. Era convinto che l’YB giocasse con il solito modulo, quel 4-2-3-1, sempre utilizzato fin qui. E invece Contini ha optato per le due punte. Contro uno schieramento del genere, i due terzini avrebbero dovuto fare troppo lavoro di marcatura, perdendo quella libertà di spinta che è uno dei punti di forza del Lugano.
Da lì, dopo 15 minuti, il dietrofront bianconero: difesa a tre, che tanto aveva fatto bene con il Lucerna, e Zanotti che è tornato a spingere sulla destra.
Contini, da parte sua, dopo essere partito con il centrocampo a rombo (e le due punte), ha optato per la difesa a tre, prima di tornare a quattro nel finale di gara. Insomma, anche per l’ex assistente della nazionale, c’è stato tanto da fare.
Non sarà sfuggito a nessuno che il Crus, cosa che non fa solitamente mai, si è messo a scrivere su un taccuino durante la partita: perdipiù in piedi!
E proprio il tecnico bianconero, nel finale, ha cambiato ancora: di nuovo difesa a quattro, con Arigoni terzino sinistro (per arginare la forza fisica del neo entrato Virginius) e Papadopoulos a destra, con Zanotti schierato alto sulla destra.
Una mossa che purtroppo non ha pagato, perché proprio su quella fascia sinistra, il Lugano ha preso gol. Una rete, come detto, figlia però di una catena di errori che raramente si vede.
Il calcio è così: ogni tanto i cambi ti fanno vincere le partite, ogni tanto te le fanno perdere. È anche questione di episodi, di centimetri e di fortuna. E bisogna semplicemente accettarlo.
(foto Pepe Sanchez)