AC BELLINZONA
Granata, che beffa!
Pubblicato il 22.11.2025 08:01
di Enrico Lafranchi
Purtroppo è andata così. Il Bellinzona ha tenuto testa al Vaduz sino al novantesimo, minuto cruciale di una partita che sembrava destinata a concludersi a reti inviolate. Uno 0-1 amarissimo scaturito praticamente a partita praticamente conclusa dopo che il direttore di gioco aveva decretato quattro minuti di recupero. Gol beffa quello del Vaduz? 
Il tecnico del Vaduz Marc Schneider non è di questo parere:
  “Abbiamo avuto in mano le redini dell’incontro, ammetto che è stata una partita molto difficile per noi. Sapevamo delle difficoltà che avremmo  incontrato”.
Era una partita da pareggio, non è d’accordo?
  “Direi di no, il Bellinzona sarebbe potuto andare in vantaggio”. 
Vuol dire che poteva concludersi diversamente?
  “Beh, non abbiamo certamente disputato la nostra migliore partita”.
Avete raggiunto l’Aarau in vetta:
  “Un motivo in più per rientrare a casa felici e contenti. Però vediamo cosa farà l’Aarau contro il Nyon”.
Il Bellinzona le sembra una squadra da ultimo posto?
  “Assolutamente no. Dispone di una difesa molto forte, manca tuttavia di peso in attacco”.
Lei è stato sulla panchina del Thun: c’è una grande differenza tra la squadra che allenava lei e quella di oggi, in Super League, di Mario Lustrinelli?
 “Anche quella che dirigevo io era una buona squadra. Direi che con Mauro la società ha fatto passi da gigante. Chapeau a Mauro.”.
Chi non segna non può pretendere di vincere. Comprendiamo la “rabbia” di Beppe Sannino, noi restiamo dell’avviso che il gol incassato sa tanto di beffa.  In campo si è visto un buon Bellinzona come era già stato il caso con l’Aarau. Il fatto è che il Vaduz visto al Comunale è di un’altra dimensione. Ma non dimentichiamo che venerdì si sono comunque visti i “resti” di una squadra (quella granata) in chiara ripresa: troppe le assenze dovute a infortuni. Non vorremmo tirare in ballo le condizioni dei campi sui quali la squadra si allena. Col freddo e tempo secco di questi giorni preparare una partita su un terreno in sintetico (di per sé già da considerare “improbabile” per una compagine che fa parte dell’élite), ha l’aria di una “missione impossibile”, per non dire di una presa in giro.
(Foto ENLA)