Antonio
Conte non è scappato, dopo la pausa di riflessione è tornato a
Napoli. E non c'è stato nessun tracollo, l'avversario di fronte era
perfetto nelle sue debolezze, e i partenopei hanno vinto una partita
che era delicata solo sulla carta. La nottata è passata. Crisi
scacciata e tecnico osannato dai media, che sottolineano il gioco,
l'approccio e la determinazione, bontà loro. È stata vera gloria?
Non importa. Il calcio giudica e sentenzia il risultato e poco altro.
E nelle dichiarazioni dopo la gara Conte si è preso la sua
rivincita. Ha messo in mostra sé stesso, espandendo il suo ego.
Testuali parole: “Io dico la verità”, aggiungendo: “Io
non ho maschere, sono trasparente”, sottolineando: “Dico
le cose senza girarmi dall'altra parte”. Tradotto: io ho spesso
ragione, gli altri molto spesso hanno torto. Ergo: quando lui parla è
nel giusto. Le critiche circa il suo operato le ritiene speciose.
Nell'asfittico e ordinario campionato italiano è un personaggio.
Gode di un'immunità che deriva dal suo passato. Perché delle
semplici domande dovrebbero essere poste. Ma da due anni come gioca
il Napoli? Andando oltre il risultato, e la grinta e l'applicazione
dei suoi uomini. È la migliore squadra della Serie A? Poiché è
notorio: No, le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono,
a volte.
CALCIO ITALIANO
Trasparente e senza maschere