SERIE A
Ognuno con i propri difetti...
Pubblicato il 24.11.2025 08:52
di Silvano Pulga
La vittoria del Milan nel derby autunnale non cambia di una virgola il nostro giudizio sulla squadra rossonera e sulla sua campagna di rafforzamento estiva: ai milanesi, per essere da scudetto, mancano almeno un paio di pedine fondamentali. Sicuramente, una prima punta che metta il proprio nome a referto, alla voce marcatori almeno 20 volte a stagione (siamo buoni: qualcosa in meno magari, ma non meno di 15), e un centrale difensivo che dia qualche garanzia in più di Fikayo Tomori e, a volte, di Strahinja Pavlović (il quale, va detto, è cresciuto tantissimo con la cura Allegri, sia in fase difensiva che nella voglia di proporsi in avanti).
Così, a segnare ci deve pensare Pulisic, che attaccante non è, con Rafa Leão il quale, dovendo giocare fuori ruolo, prova almeno a fare qualcosa, nonostante un carattere che è il vero limite di un giocatore potenzialmente devastante, se messo però nella condizione di giocare dove vuole, e nelle condizioni ideali. Ieri, infatti, è un po' mancato nel suo gesto tecnico migliore, l'uno contro uno, dove è stato limitato con intelligenza dagli avversari. Tuttavia, nell'azione del gol decisivo, ci ha messo il piede, prima di venire travolto dai giocatori nerazzurri in disperato ripiegamento; ma, ormai, l'azione di ripartenza, letale per l'Inter come il morso di un mamba nero, era partita, e si sarebbe conclusa con la biglia a ballare nel sacco, come un pesce imprigionato dalla rete dei pescatori. 
Max Allegri, artefice nel bene e nel male di questo Milan, a fine gara ha individuato i punti deboli dei suoi, dimostratisi sinora forti coi forti e deboli coi deboli. La realtà, ha detto il tecnico livornese, è che, nelle partite di alto livello, i suoi tengono alta la concentrazione tutta la gara, aspetto non sempre abbastanza considerato in partite sulla carta non facili. Poi, certo, vittorie così danno morale, ma non cambia la realtà dei fatti: mancano ancora molte partite, e bisognerà guardare la classifica più avanti, magari alla fine del girone d'andata.
Cristian Chivu è invece preoccupato proprio dei contraccolpi psicologici dopo questa sconfitta, nonostante la sua Inter sia ancora attaccata al treno delle prime, in virtù di una scarsa qualità generale della Serie A (questo lo diciamo noi, invece). Su Sommer,  il tecnico ex Parma, che ha tra l'altro rivendicato la scelta di togliere Lautaro per mettere forze fresche, ha detto che non punterà mai il dito contro qualcuno dei suoi, perché è un atteggiamento fallimentare. Il neo allenatore nerazzurro si tiene la buona prestazione dei suoi: ovviamente si poteva fare meglio, le occasioni ci sono state e andavano sfruttate meglio, ma ora servirà rialzarsi subito.