Il Bellinzona sta facendo grossi progressi. Anche contro il Vaduz ha disputato un’ottima gara, ancora meglio di quella con l’Aarau. Purtroppo è mancato il risultato (un pari ci stava tutto), comprensibile l’arrabbiatura di Beppe Sannino.
All’allenamento di lunedì il Mister ha curato diversi aspetti tattici: la squadra si è allenata sul campo C che abbiamo raggiunto attraversando il terreno principale dove sulle pedane stavano correndo, incappucciati e a passo d’uomo, due atleti. ^
Sannino si è subito messo a nostra disposizione, ad allenamento in corso, grazie (oltre che dell'addetto stampa Alessandro Tamburini) ai buoni servizi di Andy Schär. A proposito, il Team Manager è rimasto sconcertato per quanto dichiarato nell’intervista del dopopartita da Marc Schneider, allenatore del Vaduz. Secondo Schneider la partita l’avrebbero fatta tutta loro. A Sannino, con tutto il rispetto per l’avversario, verrebbe voglia di rispondergli ma preferisce non mettere naso, anche perché lo attende un periodo complicatissimo: il prossimo avversario si chiama Rapperswil, una partita che ha tutta l’aria di uno scontro diretto.
Mister, come è stata archiviata questa sconfitta che è da ‘doccia scozzese’?
“Se abbiamo perso vuole dire che non siamo stati attenti sino all’ultimo minuto. È successo che abbiamo buttato via una partita meravigliosa per le condizioni in cui ci eravamo venuti a trovare (leggi le molteplici assenze per infortunio, ndr). Questo purtroppo è il calcio, sono molto rammaricato per i ragazzi che hanno giocato e lottato sino all’ultimo secondo. Loro (il Vaduz), ci hanno creduto, il demerito è nostro”.
Un gol baciato dalla fortuna:
“No no, parliamo di errori. Evitabili se fossimo rimasti concentrati sino alla fine”.
Fatali le ultime battute, non è la prima volta che capita:
“Un cartellone grandissimo indica a piena luce che è necessario continuare a giocare sino al triplice fischio finale e che bisogna restare concentrati fino a quando le luci si spengono…”.
Siete usciti comunque con l’onore delle armi, il Vaduz è più forte dell’Aarau (gli argoviesi ci hanno lasciato le penne contro il Nyon):
“Io difficilmente guardo gli altri. In effetti contro il Vaduz abbiamo fatto meglio che non contro l’Aarau (5-1)”.
Il gol partita poteva essere vostro, vero?
“Abbiamo avuto sei occasioni nitide per metterla dentro. Ma tra il dire e il fare… Io non mi arrabbio quando sbagliamo un gol, mi incavolo a mille quando lo prendiamo. Sono rientrato a casa arrabbiatissimo: il calcio per me è lavoro, professione. A volte dare il massimo, come hanno fatto i ragazzi, non basta. Bisogna dare ancora di più”.
Insomma è difficile mandarla giù:
“Era importante rivedere quanto è successo, lo abbiamo fatto questa mattina (in video, ndr), prima di arrivare al campo. Si può archiviare ma non dimenticare”.
Vede la partita col Rapperswil come uno scontro diretto?
“Ormai tutte le nostre partite sono degli scontri diretti. Dobbiamo ‘ragionare’ partita per partita. Siamo ultimi, abbiamo la ‘cacca’ fin sopra gli occhi. Per respirare dovremo andare a prendere ossigeno da tutte le parti”.
Lei ci crede in questo Bellinzona?
“Tutti dobbiamo crederci, non solo l’allenatore. Sono i fatti e il lavoro che contano. La cosa positiva è che anche dopo una sconfitta (immeritata, lo ribadiamo, ndr) ho visto tutti rammaricati, giocatori e tifosi. Vuol dire che questa amarezza è dovuta al fatto che abbiamo offerto una grande prestazione senza però portare a casa il risultato”.
Questa settimana farà qualche cosa di specifico?
“No, non ne vedo il motivo. Lavoreremo cercando di diminuire la percentuale di errori che si compiono in partita”.
Il lavoro del mister, come abbiamo lasciato intendere, è enorme. Ha messo ordine sul campo e ha inciso anche sotto l’aspetto ambientale (non è rimasta traccia della contestazione, incentrata su Pablo Bentancur). Ad aiutare servono però delle vittorie. Una soltanto in 14 partite. Il peggior bilancio da quando i granata sono tornati in Challenge League.
All’allenamento di lunedì il Mister ha curato diversi aspetti tattici: la squadra si è allenata sul campo C che abbiamo raggiunto attraversando il terreno principale dove sulle pedane stavano correndo, incappucciati e a passo d’uomo, due atleti. ^
Sannino si è subito messo a nostra disposizione, ad allenamento in corso, grazie (oltre che dell'addetto stampa Alessandro Tamburini) ai buoni servizi di Andy Schär. A proposito, il Team Manager è rimasto sconcertato per quanto dichiarato nell’intervista del dopopartita da Marc Schneider, allenatore del Vaduz. Secondo Schneider la partita l’avrebbero fatta tutta loro. A Sannino, con tutto il rispetto per l’avversario, verrebbe voglia di rispondergli ma preferisce non mettere naso, anche perché lo attende un periodo complicatissimo: il prossimo avversario si chiama Rapperswil, una partita che ha tutta l’aria di uno scontro diretto.
Mister, come è stata archiviata questa sconfitta che è da ‘doccia scozzese’?
“Se abbiamo perso vuole dire che non siamo stati attenti sino all’ultimo minuto. È successo che abbiamo buttato via una partita meravigliosa per le condizioni in cui ci eravamo venuti a trovare (leggi le molteplici assenze per infortunio, ndr). Questo purtroppo è il calcio, sono molto rammaricato per i ragazzi che hanno giocato e lottato sino all’ultimo secondo. Loro (il Vaduz), ci hanno creduto, il demerito è nostro”.
Un gol baciato dalla fortuna:
“No no, parliamo di errori. Evitabili se fossimo rimasti concentrati sino alla fine”.
Fatali le ultime battute, non è la prima volta che capita:
“Un cartellone grandissimo indica a piena luce che è necessario continuare a giocare sino al triplice fischio finale e che bisogna restare concentrati fino a quando le luci si spengono…”.
Siete usciti comunque con l’onore delle armi, il Vaduz è più forte dell’Aarau (gli argoviesi ci hanno lasciato le penne contro il Nyon):
“Io difficilmente guardo gli altri. In effetti contro il Vaduz abbiamo fatto meglio che non contro l’Aarau (5-1)”.
Il gol partita poteva essere vostro, vero?
“Abbiamo avuto sei occasioni nitide per metterla dentro. Ma tra il dire e il fare… Io non mi arrabbio quando sbagliamo un gol, mi incavolo a mille quando lo prendiamo. Sono rientrato a casa arrabbiatissimo: il calcio per me è lavoro, professione. A volte dare il massimo, come hanno fatto i ragazzi, non basta. Bisogna dare ancora di più”.
Insomma è difficile mandarla giù:
“Era importante rivedere quanto è successo, lo abbiamo fatto questa mattina (in video, ndr), prima di arrivare al campo. Si può archiviare ma non dimenticare”.
Vede la partita col Rapperswil come uno scontro diretto?
“Ormai tutte le nostre partite sono degli scontri diretti. Dobbiamo ‘ragionare’ partita per partita. Siamo ultimi, abbiamo la ‘cacca’ fin sopra gli occhi. Per respirare dovremo andare a prendere ossigeno da tutte le parti”.
Lei ci crede in questo Bellinzona?
“Tutti dobbiamo crederci, non solo l’allenatore. Sono i fatti e il lavoro che contano. La cosa positiva è che anche dopo una sconfitta (immeritata, lo ribadiamo, ndr) ho visto tutti rammaricati, giocatori e tifosi. Vuol dire che questa amarezza è dovuta al fatto che abbiamo offerto una grande prestazione senza però portare a casa il risultato”.
Questa settimana farà qualche cosa di specifico?
“No, non ne vedo il motivo. Lavoreremo cercando di diminuire la percentuale di errori che si compiono in partita”.
Il lavoro del mister, come abbiamo lasciato intendere, è enorme. Ha messo ordine sul campo e ha inciso anche sotto l’aspetto ambientale (non è rimasta traccia della contestazione, incentrata su Pablo Bentancur). Ad aiutare servono però delle vittorie. Una soltanto in 14 partite. Il peggior bilancio da quando i granata sono tornati in Challenge League.
(Foto Zanovello)