La sconfitta nel derby
dell'Inter pesa nella forma e nella sostanza. L'opinione, quasi,
generalizzata, ha individuato il colpevole: Yann Sommer. Lo
svizzero sarebbe il problema dei nerazzurri: ha perso reattività ed
esplosività, oltre a palesare le ataviche incertezze sulle palle
alte. Ergo: serve un cambio nella difesa della porta. Ma un'analisi
più complessa mostra una diversa realtà. L'Inter ha subito 4
sconfitte in 12 partite, palesando una difficoltà di concentrazione
nella partita e nel lungo periodo. Attitudine che era emersa anche lo
scorso anno. Lo schema tattico della squadra è ormai noto, la
manovra è avvolgente e continua, ma gli avversari hanno trovato le
contromisure, aspettano e ripartono. La campagna acquisti, dopo tanti
anni si è investito, è stata, in parte, sbagliata. E che dire del
rendimento di giocatori come Lautaro e Barella?
Prestazioni sterili e la titolarità la pretendono. E poi c'è la
questione allenatore. Chivu probabilmente si farà, ma paga il
suo noviziato. E una domanda si impone: ha il necessario polso per
dirigere lo spogliatoio? Da un punto di vista tattico non ha proposto
nessuna novità, l'Inter gioca in questa maniera da anni partendo da
Conte. Che farà il tecnico con Sommer? Intanto lo ha
difeso, nelle dichiarazioni è netto: “Se puntassi il dito
contro qualcuno ci sarebbe odore di fallimento”. Ma è notorio:
nel calcio le parole valgono solo nel momento in cui sono state
espresse. Yann Sommer è esperto, ha le spalle larghe, e ha la
personalità per sopportare, tra qualche mese il suo futuro sarà
altrove.
CALCIO ITALIANO
Processato e condannato