CALCIO INTERNAZIONALE
Il più forte di tutti i tempi
Pubblicato il 25.11.2025 07:38
di A. L.
Sono passati cinque anni da quando dall'Argentina giunse la notizia che Diego Maradona era morto. Una data tragica e dolorosa per il calcio. Il migliore di sempre se ne era andato. Da allora si ricorda ed è rimasta la memoria di un fuoriclasse unico e immenso. Sulla sua dipartita probabilmente non si farà mai chiarezza. Esiste un processo: sette medici sono accusati di non essersi presi cura del 'Dieci'. Esiste una diatriba: tra le sue cinque sorelle e i suoi cinque figli legittimi, che lottano per il marchio 'Diego Maradona'. Storie di vita comune che suscitano solo tristezza. Ma agli appassionati nessuno può rubare o deturpare la figura del calciatore. Nessuno potrà mai mettere in campo la sua classe, il suo spirito, la sua anima calcistica. Incarnava uno spirito magico e inesplorabile, non c'erano spiegazioni ma solo visione. Ma era anche altro. Maradona è stato un campionissimo che non finirà mai. La sua grandezza oltrepassa il tempo umano, dapprima lo sfida e poi lo sconfigge: il suo ricordo è fissato indelebile nell'immaginario collettivo. La sua cifra stilistica rimarrà inimitabile e irraggiungibile. Il calcio moderno è potente e atletico, corre veloce e la tecnica rischia di diventare un residuo. La fantasia è ormai diventata un orpello, lo schema e la tattica si devono dipanare senza deviazioni. Ma il suo estro non era fine a sé stesso, impattava sulla partita. Il Pibe de Oro ha segnato più di 340 gol in 680 partite. Quelle del Mondiale del 1986 sono storia. Ma Maradona è stato anche un ribelle esistenziale, un anarchico che sovvertiva il comune senso del pensare. Le sue giocate vanno solo ancora ammirate. È apoteosi estetica. E fa sorgere una speranza: anche il calcio può dare una parvenza all'umano che è quasi sempre incompiuto e indecifrabile.