FC LUGANO
Non sparate sul passato
Pubblicato il 25.11.2025 09:18
di L.S.
È cambiato un portiere (anzi, no), il preparatore dei portieri e pure lo stratega della difesa, e il Lugano è tornato a vincere.  
Era così facile, perché non pensarci prima?
È questa l’analisi, frettolosa e grossolana, di chi cerca di spiegare gli ultimi risultati dei bianconeri, che non subiscono gol da tre partite.
Ma è davvero così?
Partiamo da Saipi: il portiere, dopo essere stato messo in panchina dall’arrivo di von Ballmoos, sembrava tagliato fuori dai giochi. La sua rinuncia alla trasferta di San Gallo e quelle voci di mercato che lo volevano flotano dal Lugano in inverno, sembravano una condanna.
Poi, l’infortunio dell’ex portiere dell’YB, gli ha offerto un’altra chance. Sono cose della vita, con le quali uno, se uno è bravo, ci può anche costruire una carriera.
E lui, bravissimo, ha colto l’occasione. Grandi prestazioni, parate importanti e una presenza in porta che dà sicurezza alla squadra: insomma, un nuovo Saipi.
Di chi il merito? In primo luogo, dello stesso Saipi, che non ha mollato e che ha fatto vedere che nonostante le mille critiche, resta tutto sommato un buon portiere di Super League.
E Vailati? Il nuovo preparatore ha sicuramente portato una ventata di aria fresca e ha lavorato sulla testa del portiere, come ha riconosciuto lo stesso Saipi.
Tutto giusto e tutto bello, dunque, ma dare addosso a Di Benedetto, non è corretto. Semplicemente perché Saipi, soltanto quando si è trovato con l’acqua alla gola, ha tirato fuori una reazione sorprendente. Diciamo pure insospettabile in quel momento.
Se la società avesse preso prima von Ballmoos, Di Benedetto sarebbe ancora al suo posto? Non si sa.
E poi c'è la difesa che non subisce gol. Sarà anche vero, ma se Saipi è sempre (o quasi) il migliore in campo e sabato a Thun gli uomini di Lustrinelli si sono trovati 3-4 volte soli davanti al portiere, significa che qualcosa va ancora registrato. E questo, senza ovviamente sminuire il lavoro che sta facendo il nuovo arrivato Salzarulo (nella foto).
Insomma, vanno bene i cambiamenti e le ventate di aria fresca, ma buttare a mare il passato, oltretutto vincente, in questo modo, non è corretto.
Tempo al tempo, perché il calcio, come ha dimostrato quest'anno proprio il Lugano, cambia velocemente.