La vetta è distante 8
punti, i risultati e il livello di gioco non convincono la dirigenza. A
Basilea si prevede un Natale molto caldo. La prestazione dei campioni
svizzeri contro il Grasshopper è stata deludente. E il club osserva
squadre come lo Young Boys o il Lugano che sono state in grado di
reagire e risalire. Chi rischia? Il tecnico. È un classico del
calcio, da sempre. Quando tutto sembra precipitare, si cambia
l'allenatore. Ludovic Magnin è consapevole che la situazione è
complicata e ammette: “La critica è giustificata.
L'inquietudine è giustificata”. È indubitabile che sul campo
tutto ruota attorno a Shaqiri, la manovra prevede molto spesso uno
sviluppo prevedibile: palla al giocatore, e il resto si vedrà. Il
mister ha delle attenuanti, una di queste è che non ha a
disposizione un attaccante che la butti dentro con continuità. Ma un
vero bomber manca a molte formazioni. L'impegno europeo non consente
soste e non ci si può allenare sul campo per migliorare e colmare le
lacune. Il calendario è fitto, il Basilea, fino alla sosta, deve
giocare 8 partite in 24 giorni. Magnin lo sa: per tenersi il posto,
deve vincere, altrimenti il suo destino è segnato.
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