FC LUGANO
Amnesie, infortuni e... arbitro: radiografia di una sconfitta
Pubblicato il 27.11.2025 08:55
di Silvano Pulga
L'espressione del Crus, a fine conferenza stampa, riassumeva da sola l'andamento della serata. E, conoscendolo, pensiamo abbia fatto fatica ad addormentarsi. Il San Gallo è una buona squadra, sicuramente; tuttavia, ha probabilmente raccolto di più di quanto abbia demeritato il Lugano. Dopodiché, dietro ai gol dei biancoverdi ci sono anche degli errori individuali, così come alcune assenze pesanti verificatesi poche ore prima della gara (Belhadj) e durante la medesima (Lukas Mai, che esce per un malessere). Il momento chiave dell'incontro è stato probabilmente quello: il tecnico bianconero lo ha individuato nei due gol incassati, mentre noi riteniamo che il secondo sia stato anche frutto degli automatismi non ancora ben collaudati dopo l'uscita dal campo del centrale difensivo germanico, col sangallese Lukas Daschner che, in area, spalle alla porta, controlla la sfera, si gira e la calcia in porta di punta. Non esiste controprova, ovviamente; però, per quanto visto nelle ultime giornate, con entrambi i centrali difensivi titolari presenti, difficilmente sarebbe accaduto, a nostro parere.
Il resto sono tecnico e giocatori (Koutsias e Zanotti quelli ascoltati a bordo campo) che hanno preso atto di una buona prestazione, purtroppo non accompagnata dal risultato, contro una squadra ostica, attenta soprattutto a chiudere gli spazi tra le linee e a creare densità nella propria metà campo. Ci voleva un colpo di classe per passare, e l'attaccante greco lo aveva tirato fuori dal cilindro, nella prima frazione. Poi, le cose sono andate come sappiamo: un jackpot gettato al vento, contro un'avversaria diretta, che sinora ha strappato ai ticinesi 6 punti sui 6 sinora in palio. E questa volta fa più male che in altre occasioni, vista la dinamica dell'incontro.
C'è poi anche una questione arbitrale. A fine gara, Mattia Croci-Torti si è confrontato con il direttore di gara Dudic, e ci ha rivelato di aver espresso un certo malcontento per la sua gestione della medesima. Fa discutere l'episodio del primo tempo che ha visto coinvolti Ousmane Doumbia e Chima Okoroji del San Gallo: un intervento duro, sanzionato da un giallo che poteva tranquillamente diventare rosso, ma che l'arbitro ha deciso di non rivedere al VAR, fidandosi di chi si trovava davanti agli schermi. Serve uniformità, si lamenta il tecnico momò: se il metro fosse stato quello di Thun, sabato scorso, andava applicato anche a questo giro. Non è lo strumento, afferma l'allenatore bianconero, ma le interpretazioni non uniformi di chi lo usa a creare scompiglio: "Non ci capisco più niente" è la sua chiosa.
Non si cercano alibi, è stato sottolineato; però, anche questa è una chiave di lettura che, nei prossimi giorni, meriterà un approfondimento. 
(Foto SP)