Il livello della Serie A
declina dalla normalità alla mediocrità. Milan-Lazio e Roma-Napoli
sono state partite noiose e scarse da un punto di vista tecnico. Ha
prevalso l'agonismo, lo scontro fisico, le ripetute interruzioni e ci
sono state polemiche arbitrali, tutto nella norma. Il prodotto è a
uso e consumo dell'Italia, gli appassionati non demordono e ai tifosi
di Milan e Napoli va bene così. E Allegri e Conte sono osannati,
sono innalzati sull'altare del risultato. Sono molto
simili: sono cinici, il primo lo è sempre stato; il secondo lo è
diventato, si è involuto. La loro tattica è chiara: rimangono
passivi nella loro metà campo; si fanno forza su una ermetica
difesa a cinque; ripartono in contropiede; speculano sull'errore
dell'avversario. Mettono in campo una categoria che attrae e
legittima: la sofferenza. I media apprezzano, e sottolineano la loro
abnegazione, l'attitudine all'applicazione maniacale. Gli episodi li
stanno premiando e i nostri ostentano le loro capacità. Dominano la
scena: Allegri pressa gli arbitri, senza limiti; Conte è quasi
ieratico, è considerato alla stregua di un oracolo. Il resto sono
dettagli, sono orpelli. Il Belpaese apprezza, il vincitore lo blandisce. lo riverisce e lo rispetta.
CALCIO ITALIANO
Allegri e Conte indicano la via