Era ormai il segreto di Pulcinella, ora è stato definitivamente svelato. Patrick Fischer lascerà a fine stagione dopo ben 10 anni il suo incarico da selezionatore della Nazionale elvetica. Al suo posto ci sarà il suo attuale assistente Jan Cadieux. Tre medaglie d’argento mondiali, questo finora il bottino del 50enne. Due ori sfuggiti per un nulla. Il nativo di Zugo avrà ancora due possibilità per realizzare la grande impresa e coronare ulteriormente il suo mandato. Dapprima le Olimpiadi di Milano, dove francamente arrivare a una vittoria appare missione impossibile, già una medaglia sarebbe un exploit, e poi i Mondiali casalinghi. Lì il compito è già più fattibile.
Poco importa come andrà finire, Fischer in questi 10 anni ha lavorato benissimo, ha inculcato una nuova mentalità, ha saputo fare riavvicinare la gente alla Nazionale e l’ha portata a livelli mai visti in precedenza. Tanto merito va a lui, capace anche di curare ottimamente i rapporti con le star di NHL, malgrado il “caso Bichsel”. Visionario, fuori dai canoni, inguaribile ottimista e ambizioso come pochi: Fischer dopo lo scetticismo iniziale ha fatto ricredere tutti. Al punto che ora la sua partenza provoca un sentimento di tristezza. Nulla è eterno, nessuno e insostituibile e la vita va avanti, ma non è certo un mistero: il suo successore Jan Cadieux avrà vita dura e dovrà fare tanta strada (come Fischer d'altronde) per conquistarsi la fiducia e l'appoggio del popolo.
Già, perché “Fischi” era più di un semplice timoniere, era un vero leader e una sorta di marchio di fabbrica per tutto il nostro movimento hockeistico. Era il testimonial perfetto, con la sua personalità e la sua capacità di comunicazione. In questo senso l’ex allenatore del Ginevra e dei Ticino Rockets è l’opposto. Calmo, introverso e schivo, Jan dovrà giocoforza cambiare la sua indole, perché appunto l’allenatore della Nazionale non deve semplicemente ridursi a fare delle convocazioni, decidere il line-up e disegnare qualche schema. È molto di più, soprattutto a livello di gestione e cura dei rapporti, presenza mediatica e promozione del prodotto. Sarà in grado Cadieux di adempiere al compito? Il dubbio è più che lecito…ma come qualsiasi persona anche lui si merita una chance onesta e non deve venire criticato a prescindere ancora prima di avere iniziato il suo nuovo lavoro.
Poco importa come andrà finire, Fischer in questi 10 anni ha lavorato benissimo, ha inculcato una nuova mentalità, ha saputo fare riavvicinare la gente alla Nazionale e l’ha portata a livelli mai visti in precedenza. Tanto merito va a lui, capace anche di curare ottimamente i rapporti con le star di NHL, malgrado il “caso Bichsel”. Visionario, fuori dai canoni, inguaribile ottimista e ambizioso come pochi: Fischer dopo lo scetticismo iniziale ha fatto ricredere tutti. Al punto che ora la sua partenza provoca un sentimento di tristezza. Nulla è eterno, nessuno e insostituibile e la vita va avanti, ma non è certo un mistero: il suo successore Jan Cadieux avrà vita dura e dovrà fare tanta strada (come Fischer d'altronde) per conquistarsi la fiducia e l'appoggio del popolo.
Già, perché “Fischi” era più di un semplice timoniere, era un vero leader e una sorta di marchio di fabbrica per tutto il nostro movimento hockeistico. Era il testimonial perfetto, con la sua personalità e la sua capacità di comunicazione. In questo senso l’ex allenatore del Ginevra e dei Ticino Rockets è l’opposto. Calmo, introverso e schivo, Jan dovrà giocoforza cambiare la sua indole, perché appunto l’allenatore della Nazionale non deve semplicemente ridursi a fare delle convocazioni, decidere il line-up e disegnare qualche schema. È molto di più, soprattutto a livello di gestione e cura dei rapporti, presenza mediatica e promozione del prodotto. Sarà in grado Cadieux di adempiere al compito? Il dubbio è più che lecito…ma come qualsiasi persona anche lui si merita una chance onesta e non deve venire criticato a prescindere ancora prima di avere iniziato il suo nuovo lavoro.