AC BELLINZONA
“Per me Bellinzona è casa”
Pubblicato il 04.12.2025 09:12
di Enrico Lafranchi
Alessandro Grano ha debuttato con la maglia granata nella partita contro il Neuchâtel Xamax. Nel Bellinzona di questa stagione per la verità c’è molto poco di ‘granata’. Precisandolo, non diciamo naturalmente nulla di nuovo. Per il diciannovenne di Sant’Antonino, che è stato formato dal Team Ticino, è una bella soddisfazione vestire la maglia di una compagine d’élite. Sarebbe naturalmente felice di poter dare alla squadra qualcosa in più dei 50 minuti giocati finora. Ce la sta mettendo tutta. È in chiaro che deve tenere i piedi ben piantati per terra. La Challenge League  è sicuramente un’opportunità straordinaria di crescere. Una specie di palestra di vita per intenderci. Costruita mattone su mattone, partendo dalla Scuola Calcio per arrivare al Team Ticino. Fino a entrare in una nuova realtà: nel modo di arrivare al campo, inserirsi nello spogliatoio, nel salutare i compagni e nella puntualità (Sannino è preciso come un orologio svizzero…). Cose di poco conto? Diremmo di no, ‘incarnano’ l’identità culturale del Mister.
Ale’, come è stato l’impatto con l’ACB?
Questa estate mi hanno chiamato per venire qui ad allenarmi, ho svolto la preparazione con il mister che c’era prima, Manuel Benavente. Adesso mi hanno fatto un contratto di due anni, lo ritengo un ‘segnale’ preziosissimo”.
E con i tuoi nuovi compagni?
Mi hanno fatto trovare subito a mio agio. Noi giovani dobbiamo imparare da coloro che hanno più esperienza, come Aris, Dragan e Armando. Guardare come lavorano, cercare di dargli una mano nonostante la nostra giovane età”. 
Che spiegazione riesci a dare alle due sconfitte sul filo del Novantesimo?
Secondo me è più che altro una questione di testa. Il mister sta lavorando anche su questo punto, cercando di portare una mentalità vincente all’interno della squadra. Un aspetto che dovremo naturalmente fare nostro”.
Hai avvertito un brusco, ancorché benefico, cambiamento rispetto a quando giocavi nel Team: in particolare sotto quali aspetti?
È completamente differente: più forza fisica, più corsa e anche tanto posizionamento in campo. In un campionato giovanile puoi fare degli errori mentre qui uno solo costa caro. Anche un singolo punto può essere decisivo”.
Giocare a calcio la ritieni già la tua professione?
Non posso ancora definirmi un calciatore professionista, però è quello che voglio diventare”.
Ambizioni, obiettivi?
Adesso penso solo a fare bene qui. Per me Bellinzona è casa”.
Studi ancora?
Al momento no, ho ottenuto la maturità alla Commercio di Bellinzona, mi sto concentrando sul calcio. Se dovesse andare male, riprenderei gli studi al fine di intraprendere la carriera di professore di sport”.
Nel Bellinzona il livello di difficoltà in mezzo al campo è medio-alto. Chissà che un giovane centrocampista come Alessandro Grano non riesca a ‘capire’ il progetto di gioco di Sannino. L’importante è mettersi in gioco, anzi giocare, giocare, giocare…