CALCIO INTERNAZIONALE
Il Mondiale di Trump
Pubblicato il 05.12.2025 08:44
di A. L.
Alle 18, l'ora delle nostre latitudini, il mondo si fermerà. Al John Fitzgerald Kennedy Center di Washinghton D. C. ci sarà la cerimonia di sorteggio dei Mondiali 2026. I grandi cerimonieri saranno Gianni Infantino e Donald Trump, si porranno come indiscussi protagonisti e il resto costituirà un mero dettaglio. È la competizione allargata, quella delle 48 squadre anche se all'appello ne mancano sei. Lo spettacolo promette di essere storico, ci saranno le esibizioni di Andrea Bocelli, dei Village People, di Robbie Williams e tanti altri ancora. È la continuazione di Hollywood con altri mezzi, il medium è il messaggio e la gente deve essere stupita, con il fascino e l'esibizione sfavillante, risplenderà l'orpello. Tutti davanti al teleschermo per ore, la trasmissione deve passare alla storia. E Infantino omaggerà Trump, con deferenza e ammirazione gli conferirà il primo “Premio per la Pace Fifa”. E il Presidente si potrà consolare, forse supererà la delusione di non essere stato insignito del Nobel per la Pace. Calcio e politica sono da tempo un binomio vincente, si chiama sportwashing (lo sport usato per migliorare la propria immagine). Infantino e Trump hanno instaurato un legame che pare indissolubile e serve a entrambi. Che cosa resta del calcio? Caro football sei vecchio, ma piaci ancora e tanto. Hai una grandissima forza di attrazione, la tua popolarità non conosce orizzonti. Ma conti molto di più fuori che dentro il prato verde. E il tifoso è una categoria destinata a diventare superflua, sarà sostituita dallo spettatore, ossia colui che consuma l'avvenimento. Siamo in piena Società dello spettacolo. Purtroppo.