Le polemiche sul rigore di Inter-Liverpool (sul tema abbiamo letto,
sul CdT, un bell'intervento di Tarcisio Bullo, oltre a diverse
posizioni, sul web, di formatori di arbitri, tutti su una linea più
pacata ed equilibrata rispetto a una larga parte della stampa
sportiva della vicina Penisola) hanno in parte oscurato la brutta
prestazione del Napoli in Portogallo e dell'Atalanta in casa contro
il Chelsea. Ed è un peccato, perché nei due casi ci sarebbe stato
da parlare di calcio, e non di arbitri. La fortuna delle grandi
squadre è la nuova formula della Champions, che permette a tutti di
sbagliare, e reiterare gli errori. Certo, c'è lo spauracchio degli
spareggi per chi finisce fuori dalle prime otto; e, lo scorso anno,
c'è chi ha pagato dazio. Tuttavia, i vincitori passarono dagli
spareggi, per dire, a dimostrazione che non si tratta di un grave
pregiudizio. Lo è, invece, non giocare all'altezza. E, sinora, il
Napoli, unica squadra in Serie A seriamente in grado di contendere lo
scudetto alla favoritissima Inter, in Europa appare tremebonda, tanto
da dover alzare bandiera bianca (o affondare pesantemente) di fronte
a compagini di medio cabotaggio. La sensazione, visti anche i
numerosi infortuni muscolari, è che qualcosa non abbia funzionato
nella preparazione, che ha dovuto tenere conto degli impegni
infrasettimanali. Ma a lasciare perplessi è un atteggiamento in
campo sovente inadeguato, che oggi rende il passaggio del turno non
troppo sicuro. La morbida classifica unica consente infatti di
sbagliare, più volte anche, ma fino a un certo punto. In tutto
questo, il costante vittimismo di Antonio Conte, il quale a questo
giro si è lamentato dei giorni di riposo in più goduti dagli
avversari, lasciano sgomenti tutti quelli che hanno davanti l'ottima
campagna di rafforzamento estiva. Il Napoli soffre; ha sicuramente
qualche problema di formazione, ma per cause dipendenti da proprie
scelte di preparazione. E, in questi casi, deve essere la mano del
tecnico a provvedere. Ora, invece, il cammino si complica, vista
anche una differenza reti penalizzante, figlia della sciagurata notte
di Eindhoven. Ma i partenopei potrebbero permettersi un fallimento
europeo? Secondo noi, no. E l'alibi della stampa anti napoletana
perché ispirata dal Nord nemico farà fatica a reggere, questa
volta. Anche tra i tifosi meno obiettivi.
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L'antieuropeo