Ci sono quelle notizie che passano un po’ in sordina. L’avvento dell’ex attaccante Dino Wieser in qualità di assistente allenatore nel Rapperswil a partire dal prossima campionato è una di queste. Eppure attenzione, perché l’impressione è che il 36enne è uno di cui sentiremo ancora parlare spesso in futuro. Appeso i pattini al chiodo qualche anno fa, alle prese con un infortunio, il fratello di Marc ha iniziato la sua gavetta nel mondo dello staff tecnico. Dapprima è stato assistente nella U17 dei grigionesi e poi nella prima squadra. Attualmente è alla seconda stagione alla testa della U20 dei gialloblù e oltre a ciò vanta anche qualche esperienza nelle nazionali giovanili. Si parla un gran bene di Wieser e diversi addetti ai lavori affermano che tra non molto potrebbe essere alla testa di una panchina di NL. <
Wieser è uno dei rappresentanti de la “nouvelle vague” dei coach di casa nostra. Ragazzi che si stanno facendo le ossa, adottando nuovi metodi di allenamento e che studiano quotidianamente al fine di progredire. È da un po’ di tempo che la percezione nei confronti degli indigeni sta cambiando. Sino a una decina d’anni fa, tranne alcune rare eccezioni, su tutti ovviamente Arno del Curto, erano gli allenatori stranieri a farla da padrone: più sexy, maggiormente preparati, con un vissuto più degno di nota. L’allenatore che arrivava da lontano era motivo di vanto e di orgoglio, il biglietto da visita di una società, ti permetteva di essere più sotto i riflettori. Adesso, a poco a poco, fortunatamente anche i nostri prodotti prendono sempre più piede, grazie anche a gente come Fischer, Paterlini, Cereda, Liniger e Bayer che hanno dato l’esempio e tracciato la via.
Dino Wieser è solo uno dei giovani in canna che presto potrebbero ambire al grande salto. Un altro elemento di cui si dice un gran bene per esempio è Cedric Hüsler. L’ex giocatore del Rapperswil, appena 31enne, è al suo secondo anno in qualità di headcoach del Wetzikon in MyHockey League. Pure il suo percorso sarà da tenere d’occhio.
Wieser è uno dei rappresentanti de la “nouvelle vague” dei coach di casa nostra. Ragazzi che si stanno facendo le ossa, adottando nuovi metodi di allenamento e che studiano quotidianamente al fine di progredire. È da un po’ di tempo che la percezione nei confronti degli indigeni sta cambiando. Sino a una decina d’anni fa, tranne alcune rare eccezioni, su tutti ovviamente Arno del Curto, erano gli allenatori stranieri a farla da padrone: più sexy, maggiormente preparati, con un vissuto più degno di nota. L’allenatore che arrivava da lontano era motivo di vanto e di orgoglio, il biglietto da visita di una società, ti permetteva di essere più sotto i riflettori. Adesso, a poco a poco, fortunatamente anche i nostri prodotti prendono sempre più piede, grazie anche a gente come Fischer, Paterlini, Cereda, Liniger e Bayer che hanno dato l’esempio e tracciato la via.
Dino Wieser è solo uno dei giovani in canna che presto potrebbero ambire al grande salto. Un altro elemento di cui si dice un gran bene per esempio è Cedric Hüsler. L’ex giocatore del Rapperswil, appena 31enne, è al suo secondo anno in qualità di headcoach del Wetzikon in MyHockey League. Pure il suo percorso sarà da tenere d’occhio.
(Marc Wieser, Dino Wieser e l'allenatore Arno Del Curto, sulla panchina del Davos nel 2017, nella foto di PPR/Marcel Bieri)