Domani a Cornaredo arriva il Servette, bestia nera dei
bianconeri, sempre battuti nelle ultiime quattro partite.
Croci-Torti sa che per invertire la tendenza, in generale, ci vogliono più gol. I 20 realizzati in 16 partite sono troppo pochi.
Sono mancati gli attaccanti, è mancata la fantasia negli ultimi trenta metri: un male che si trascina da tempo ormai.
Dopo i vari Celar, Aliseda e Amoura, il Lugano è piombato in un buco nero, e nemmeno il mercato estivo, che ha portato in dote i quattro gol di Behrens, è servito a migliorare quest’aspetto del gioco.
Il Crus, ieri in conferenza stampa, è tornato a toccare questo tasto sensibile, confermando che qualcosa non funziona e che tocca a lui trovare una soluzione.
Forse gli attaccanti si sacrificano troppo in fase difensiva?
“La verità è che chi vuol giocare a un livello più alto dev’essere in grado di fare entrambe le fasi. Ed è ciò che non smetto di chiedere ai miei giocatori”.
E allora? Forse che questi giocatori non siano in grado di dare ciò che il Crus si aspetta?
Ovviamente il tecnico non lo dirà mai, così come ammette invece, a denti stretti, che il mercato ha portato pochino. L’infortunio di Alioski, la partenza di Hajdari e i tempi lunghi richiesti per il recupero di Kendouci, hanno ridotto le scelte del Crus, ma il male sembra essere più profondo.
Il tecnico del Lugano, alla vigilia della sfida con il Servette, non vuole sentire parlare di sfida tra due deluse, anche se poi aggiunge: “Molto ovviamente dipenderà da come andranno queste ultime tre partite del 2026”.
E allora sotto con gli ultimi tre sforzi: Servette, Zurigo e Young Boys, non proprio tre passeggiate. Ma se i bianconeri vorranno recitare un ruolo di primo piano anche nel 2026, dovranno portare a casa almeno 6-7 punti. Altrimenti tutto sarà più complicato.
Croci-Torti sa che per invertire la tendenza, in generale, ci vogliono più gol. I 20 realizzati in 16 partite sono troppo pochi.
Sono mancati gli attaccanti, è mancata la fantasia negli ultimi trenta metri: un male che si trascina da tempo ormai.
Dopo i vari Celar, Aliseda e Amoura, il Lugano è piombato in un buco nero, e nemmeno il mercato estivo, che ha portato in dote i quattro gol di Behrens, è servito a migliorare quest’aspetto del gioco.
Il Crus, ieri in conferenza stampa, è tornato a toccare questo tasto sensibile, confermando che qualcosa non funziona e che tocca a lui trovare una soluzione.
Forse gli attaccanti si sacrificano troppo in fase difensiva?
“La verità è che chi vuol giocare a un livello più alto dev’essere in grado di fare entrambe le fasi. Ed è ciò che non smetto di chiedere ai miei giocatori”.
E allora? Forse che questi giocatori non siano in grado di dare ciò che il Crus si aspetta?
Ovviamente il tecnico non lo dirà mai, così come ammette invece, a denti stretti, che il mercato ha portato pochino. L’infortunio di Alioski, la partenza di Hajdari e i tempi lunghi richiesti per il recupero di Kendouci, hanno ridotto le scelte del Crus, ma il male sembra essere più profondo.
Il tecnico del Lugano, alla vigilia della sfida con il Servette, non vuole sentire parlare di sfida tra due deluse, anche se poi aggiunge: “Molto ovviamente dipenderà da come andranno queste ultime tre partite del 2026”.
E allora sotto con gli ultimi tre sforzi: Servette, Zurigo e Young Boys, non proprio tre passeggiate. Ma se i bianconeri vorranno recitare un ruolo di primo piano anche nel 2026, dovranno portare a casa almeno 6-7 punti. Altrimenti tutto sarà più complicato.
(Foto Ticishot-Simone Andriani)