La licenza dovrebbe finalmente arrivare: questione
di giorni, poi a Bellinzona si potrà tirare un sospiro di sollievo. Dal club
escono dichiarazioni che invitano all’ottimismo.
È un primo passo, in un periodo costellato da molta insicurezza e da una squadra che si ritrova all’ultimo posto in classifica.
Sembrano lontani i giorni dei grandi proclami di Trujillo, che forse, ignaro di cosa l’avrebbe atteso, sparava alto.
Il patron, in questi mesi, avrà sicuramente capito quali sono le difficoltà che si celano dietro a una missione come quella in cui si è imbarcato.
Un club che costa, anche se non tantissimo, almeno 2,5-3 milioni all’anno, un pubblico che sta dimostrando una disaffezione senza precedenti, uno stadio che avrebbe bisogno di una ristrutturazione e un calcio d’élite che è stato perso a discapito del Giubiasco.
Tutte cose che spaventerebbero qualsiasi investitore. Ma non Trujillo, che si è tuffato (chissà perché…) in questa avventura e vuole portarla avanti a tutti i costi. Almeno così sembra.
L’ottenimento della licenza è soltanto un primo traguardo: fondamentale, ma ancora piccolo.
Il progetto e le potenzialità del colombiano verranno testati nei prossimi mesi, a partire dalla primavera, quando bisognerà strappare la licenza, quella “vera”, con tanto di dimostrazione di solidità finanziaria.
Giusto dare fiducia a Trujillo, che forse ha superato il suo primo ostacolo e adesso merita una chance: ma il tempo dell’apprendistato è finito e l’inverno, a partire dal mercato, ci dirà qualcosa di più sul progetto granata. E sul destino di un club che non lascia ancora tranquilli.
È un primo passo, in un periodo costellato da molta insicurezza e da una squadra che si ritrova all’ultimo posto in classifica.
Sembrano lontani i giorni dei grandi proclami di Trujillo, che forse, ignaro di cosa l’avrebbe atteso, sparava alto.
Il patron, in questi mesi, avrà sicuramente capito quali sono le difficoltà che si celano dietro a una missione come quella in cui si è imbarcato.
Un club che costa, anche se non tantissimo, almeno 2,5-3 milioni all’anno, un pubblico che sta dimostrando una disaffezione senza precedenti, uno stadio che avrebbe bisogno di una ristrutturazione e un calcio d’élite che è stato perso a discapito del Giubiasco.
Tutte cose che spaventerebbero qualsiasi investitore. Ma non Trujillo, che si è tuffato (chissà perché…) in questa avventura e vuole portarla avanti a tutti i costi. Almeno così sembra.
L’ottenimento della licenza è soltanto un primo traguardo: fondamentale, ma ancora piccolo.
Il progetto e le potenzialità del colombiano verranno testati nei prossimi mesi, a partire dalla primavera, quando bisognerà strappare la licenza, quella “vera”, con tanto di dimostrazione di solidità finanziaria.
Giusto dare fiducia a Trujillo, che forse ha superato il suo primo ostacolo e adesso merita una chance: ma il tempo dell’apprendistato è finito e l’inverno, a partire dal mercato, ci dirà qualcosa di più sul progetto granata. E sul destino di un club che non lascia ancora tranquilli.