Il Bellinzona non meritava di essere sconfitto alla Maladière. A questa conclusione è arrivato l’ex tecnico dello Stade Nyonnais. Sapendo che Christophe Caschili avrebbe assistito alla partita, ci interessava una sua ‘analisi’, non tanto sulla gara in sé quanto sulla prestazione fornita dagli uomini di Beppe Sannino.
Ebbene, prima di tutto il tecnico francese dichiara di non essere pessimista (come sembrerebbe il caso in certi nostri ambienti), in quanto riconosce che il tecnico italiano sta lavorando sodo per uscire dalla situazione attuale (Caschili aveva seguito il Bellinzona anche con Manuel Benavente).
Aldilà di un gioco piuttosto confuso a metà campo e di un attacco che fatica a finalizzare: “Ha dell’incredibile il gol mancato da Kury, Omeragic (il portiere dei neocastellani, ndr) è stato però bravo a intuirne il tiro”.
Noi andiamo dicendo da tempo che Sadiku deve essere schierato da uomo d’area, in quanto attaccante completo come tecnica, dribbling e tiro. Anche domenica invece il bomber ha sprecato un sacco di energie nell’andare a cercare palloni in mezzo al campo, se non addirittura nei propri 16 metri. Normale che il suo profitto offensivo in siffatte condizioni sia inferiore alle attese. Una spiegazione la si può trovare anche nella debolezza di un centrocampo che raramente ‘produce’ palloni giocabili all’attacco.
Caschili ha notato anche lei questa fragilità di un settore che da sempre è definito ‘cruciale’?
“Sì, il centrocampo manca di creatività. Devo però dire che anche la difesa non è sempre bene organizzata, soprattutto quando viene messa sotto pressione”.
Davanti chi le è piaciuto di più?
“Sicuramente Vogt. Quando ha la palla al piede trova sempre la giocata”.
Sadiku?
“È troppo ‘difensivo’, fa molti sforzi a tutto campo, per una ‘punta’ è difficile creare scompiglio nella difesa e farsi trovare lucido al tiro”.
La difesa?
“Non mi è sempre parsa organizzata bene, quando va sotto pressione è in difficoltà”.
Muci?
“Nel 1. tempo ha salvato il risultato sullo 0-0”.
D’accordo, ma il gol subito?
“Era evitabile”.
L’allenatore originario di Bordeaux, ai fini del risultato favorevole alla compagine del suo connazionale Anthony Braizat, evidenzia per contro la sicurezza tra i pali di Omeragic (due parate decisive, comunque si continua a tirare in porta con il contagocce; se poi si divorano occasioni d’oro come è successo con Kury, fare punti è pura utopia).
In conclusione per Christophe Caschili il Bellinzona non è una squadra da retrocessione: “Sarà importante battere il Wil in modo da poter raggiungere in classifica l’Etoile Carouge", dice il mister che proprio in questi giorni sta vagliando qualche interessante proposta di lavoro.
A proposito: il DG ‘Speedy’ Krasniqi aveva assicurato che i giocatori vanno in campo senza ‘pensiero’ alcuno, devono soltanto giocare. Ma Caschili parlando con qualcuno di loro si è reso conto che non è proprio così (difficile in effetti dubitarne!).
Gli ‘stellati’ ginevrini venerdì ricevono alla Fontenette la visita dello Stade Lausanne Ouchy. Vedete un po’ come vanno le cose. Nello scorso campionato, allenati da Adrian Ursea, in forza quest’anno all’Yverdon, avevano chiuso al terzo posto alle spalle di Thun e Aarau. Quest’anno con Pedro Nogueira lottano per la salvezza. Rivoluzionare i ranghi evidentemente non porta bene da nessuna parte. Il Bellinzona ne sa qualcosa.
Ebbene, prima di tutto il tecnico francese dichiara di non essere pessimista (come sembrerebbe il caso in certi nostri ambienti), in quanto riconosce che il tecnico italiano sta lavorando sodo per uscire dalla situazione attuale (Caschili aveva seguito il Bellinzona anche con Manuel Benavente).
Aldilà di un gioco piuttosto confuso a metà campo e di un attacco che fatica a finalizzare: “Ha dell’incredibile il gol mancato da Kury, Omeragic (il portiere dei neocastellani, ndr) è stato però bravo a intuirne il tiro”.
Noi andiamo dicendo da tempo che Sadiku deve essere schierato da uomo d’area, in quanto attaccante completo come tecnica, dribbling e tiro. Anche domenica invece il bomber ha sprecato un sacco di energie nell’andare a cercare palloni in mezzo al campo, se non addirittura nei propri 16 metri. Normale che il suo profitto offensivo in siffatte condizioni sia inferiore alle attese. Una spiegazione la si può trovare anche nella debolezza di un centrocampo che raramente ‘produce’ palloni giocabili all’attacco.
Caschili ha notato anche lei questa fragilità di un settore che da sempre è definito ‘cruciale’?
“Sì, il centrocampo manca di creatività. Devo però dire che anche la difesa non è sempre bene organizzata, soprattutto quando viene messa sotto pressione”.
Davanti chi le è piaciuto di più?
“Sicuramente Vogt. Quando ha la palla al piede trova sempre la giocata”.
Sadiku?
“È troppo ‘difensivo’, fa molti sforzi a tutto campo, per una ‘punta’ è difficile creare scompiglio nella difesa e farsi trovare lucido al tiro”.
La difesa?
“Non mi è sempre parsa organizzata bene, quando va sotto pressione è in difficoltà”.
Muci?
“Nel 1. tempo ha salvato il risultato sullo 0-0”.
D’accordo, ma il gol subito?
“Era evitabile”.
L’allenatore originario di Bordeaux, ai fini del risultato favorevole alla compagine del suo connazionale Anthony Braizat, evidenzia per contro la sicurezza tra i pali di Omeragic (due parate decisive, comunque si continua a tirare in porta con il contagocce; se poi si divorano occasioni d’oro come è successo con Kury, fare punti è pura utopia).
In conclusione per Christophe Caschili il Bellinzona non è una squadra da retrocessione: “Sarà importante battere il Wil in modo da poter raggiungere in classifica l’Etoile Carouge", dice il mister che proprio in questi giorni sta vagliando qualche interessante proposta di lavoro.
A proposito: il DG ‘Speedy’ Krasniqi aveva assicurato che i giocatori vanno in campo senza ‘pensiero’ alcuno, devono soltanto giocare. Ma Caschili parlando con qualcuno di loro si è reso conto che non è proprio così (difficile in effetti dubitarne!).
Gli ‘stellati’ ginevrini venerdì ricevono alla Fontenette la visita dello Stade Lausanne Ouchy. Vedete un po’ come vanno le cose. Nello scorso campionato, allenati da Adrian Ursea, in forza quest’anno all’Yverdon, avevano chiuso al terzo posto alle spalle di Thun e Aarau. Quest’anno con Pedro Nogueira lottano per la salvezza. Rivoluzionare i ranghi evidentemente non porta bene da nessuna parte. Il Bellinzona ne sa qualcosa.
(Foto ENLA)