SWISS LEAGUE
"Lugano, un'avventura che porto nel cuore"
Pubblicato il 23.12.2025 08:48
di Alessandro Tamburini
Una vittoria netta per 6 a 0 contro il Bellinzona. Una serata comoda per il suo Visp, in vantaggio già di cinque reti alla prima pausa.
Luca Gianinazzi ieri sera era nella capitale e l’occasione per salutarlo e incontrarlo era ghiotta.
Con lui, sempre disponibile, abbiamo iniziato a parlare proprio del suo Ticino: 
Mi fa sempre piacere tornare, stamattina la cosa che ho detto alla squadra è … sono contento perché andiamo a giocare nella regione più bella della Svizzera
Subito, a bruciapelo. Segui sempre la National League o sei focalizzato solo sul Visp e la Swiss League?
Non in maniera assidua, ma seguo sempre la NL. Mi interessa vedere le tendenze, chi gioca come, quali sono le squadre che giocano meglio e perché. Questo lo usi come spunto per cambiare qualcosa del tuo gioco, per diciamo rubare qualcosa agli allenatori che sono bravi”.
 E poi ci sono i rapporti che ti permettono di avere giocatori dalla NL:
Sì, anche se in realtà i rapporti sono più costruiti dal direttore sportivo Daniele Marghitola. Abbiamo Pezzullo, Müggli, Meile, dunque i rapporti sono sia con Lugano sia con Ambrì. Il mio lavoro è quello di aiutarli a crescere, svilupparli come giocatori all’interno della squadra”.
Con Daniele tanto Ticino…
Si, e questo aiuta! Possiamo parlare in italiano e il nostro rapporto è facilitato ovviamente. Mi trovo davvero bene a lavorare con lui”.
Contratto per un anno. Vorresti prolungare?
Sì, abbiamo iniziato a discutere. Ci sono delle opzioni, vediamo in che direzione si andrà. Mi trovo bene qua, però è chiaro che ci vogliono le due parti per firmare un contratto e ci sono ancora 20 partite da giocare”.
Andare a Visp, campione in Swiss League, è stato una bella sfida. La “piazza” è esigente?
Penso che venire nella miglior squadra dell’ultimo campionato sia stato un grande privilegio. Sono venuti a cercarmi ed è stato un grosso onore per me. Non l’ho vissuto come un fattore di pressione ma un incentivo a far bene. Ovunque vai vuoi far bene, e qua significa voler vincere più partite possibili, prolungando la nostra stagione più a lungo possibile. È diverso rispetto al Ticino, sono in Vallese con la mia famiglia ma non abbiamo così tante connessioni. Nemmeno leggiamo i giornali vallesani. Si è molto più distaccati da quanto succede attorno a te rispetto al Ticino. Dunque l’unica pressione che ho è quella che mi metto addosso per migliorare sempre”.
Attraverso questa esperienza stai maturando uno sguardo diverso sulla tua avventura a Lugano?
È chiaro che farei qualcosa di differente, è ovvio che non ho fatto tutto giusto. Ho imparato tante cose e di conseguenza se tornassi indietro non rifarei le stesse scelte. Ho però sempre dato tutto me stesso e fatto del mio meglio. Non sono contento di come è finita, ma nello sport va così; quando finsice … finisce, come per grandi allenatori come Taapola a Berna quest’anno. La mia avventura a Lugano non è stata di sole due stagioni e mezza ma di ben nove anni, ho un sacco di ricordi e persone che continuo a sentire, che porto nel mio cuore”.
Per chiudere, cosa “ruberesti” del mestiere a Mitell oggi?
Non lavorando tutti i giorni con lo staff attuale non posso dire cosa farei mio. Sono contento per tutte le persone che lavorano forte per il Lugano che le cose vanno bene. Se lo meritano di vivere una stagione di successo, a iniziare dai tifosi”.
(Foto AT)