CALCIO ITALIANO
Milan-Como ultimo atto, forse
Pubblicato il 23.12.2025 07:13
di Silvano Pulga
Sarà davvero l'ultima puntata della telenovela di Milan-Como? Crediamo proprio di sì, e per un motivo molto semplice: è mancato l'accordo economico. E se si poteva transigere sugli arbitri stranieri (un'irregolarità regolamentare che avrebbe esposto il torneo al rischio ricorso, magari da parte di una squadra retrocessa: l'art. 5 del Regolamento della Serie A è cristallino in questo senso), sui soldini nessun passo indietro. Meno male, ci viene da dire, anche se, nelle tribune stampa del Sinigaglia e di San Siro, qualche collega aveva accarezzato l'ipotesi della trasferta dall'altra parte del mondo, a godersi uno spicchio d'estate al posto della grigia e brumosa Lombardia del mese di febbraio. Poco male: l'Australia non si sposta e, anche se in genere in questo periodo non si ha tempo libero per andare in vacanza, prima o poi si verrà messi a riposo. A parte le battute, speriamo che l'esperienza sia di monito a evitare certe alzate d'ingegno nel futuro, prossimo o remoto che sia. Nel frattempo, escono indiscrezioni sulle difficoltà logistiche legate, per esempio, al trasferimento agli antipodi della sofisticata tecnologia VAR e GLT: secondo il Corriere della Sera, per trasferimento e messa a punto sarebbero state necessarie quattro settimane. Forse è un tantino esagerato: però, se i tecnici che oggi fanno filtrare queste notizie sono stati chiari da subito (e c'è da crederci), forse la dirigenza della Lega Calcio della vicina Penisola avrebbe dovuto muoversi con maggiore cautela in tutti questi mesi. Si dovrebbe parlare di cose del genere ad accordi chiusi o, perlomeno, con sotto gli occhi un quadro preciso dei costi e delle problematiche. In altri ambiti, un flop del genere avrebbe causato le dimissioni in massa della dirigenza: pensiamo a un Museo che annunciasse una grande esposizione, per poi fare marcia indietro. Al netto dello scampato pericolo (chi ci legge sa che siamo sempre stati contrari a questa iniziativa), ci auguriamo che la vicenda non si chiuda qua. Sappiamo che, nella vicina Penisola, le dimissioni volontarie sono rarissime. Tuttavia, è indubbio che il calcio italiano esca da questa storia con le ossa rotte, e proprio sotto il punto di vista dell'immagine, quell'aspetto che si sarebbe voluto valorizzare (sperando non con qualche rissa in campo, viste le ultime performances...), esportando una partita di Serie A in Australia. Ciò che rimane è un tangibile senso d'improvvisazione, di incapacità di saper leggere bene le situazioni, di prevedere le problematiche, e la mancanza di capacità di trovare delle soluzioni brillanti. In un mondo ideale, nessun investitore assennato metterebbe neppure un franco su un carrozzone simile. E, sempre nel mondo ideale, i responsabili di un simile disastro avrebbero davanti a loro una scelta sola. Ringraziando di non vivere nel Giappone dei secoli scorsi, dove le dimissioni non sarebbero bastate.