Sarà davvero l'ultima puntata della telenovela di Milan-Como?
Crediamo proprio di sì, e per un motivo molto semplice: è mancato
l'accordo economico. E se si poteva transigere sugli arbitri
stranieri (un'irregolarità regolamentare che avrebbe esposto il
torneo al rischio ricorso, magari da parte di una squadra retrocessa:
l'art. 5 del Regolamento della Serie A è cristallino in questo
senso), sui soldini nessun passo indietro. Meno male, ci viene da
dire, anche se, nelle tribune stampa del Sinigaglia e di San Siro,
qualche collega aveva accarezzato l'ipotesi della trasferta
dall'altra parte del mondo, a godersi uno spicchio d'estate al posto
della grigia e brumosa Lombardia del mese di febbraio. Poco male:
l'Australia non si sposta e, anche se in genere in questo periodo non
si ha tempo libero per andare in vacanza, prima o poi si verrà messi
a riposo. A parte le battute, speriamo che l'esperienza sia di monito
a evitare certe alzate d'ingegno nel futuro, prossimo o remoto che
sia. Nel frattempo, escono indiscrezioni sulle difficoltà logistiche
legate, per esempio, al trasferimento agli antipodi della sofisticata
tecnologia VAR e GLT: secondo il Corriere della Sera, per
trasferimento e messa a punto sarebbero state necessarie quattro
settimane. Forse è un tantino esagerato: però, se i tecnici che
oggi fanno filtrare queste notizie sono stati chiari da subito (e c'è
da crederci), forse la dirigenza della Lega Calcio della vicina
Penisola avrebbe dovuto muoversi con maggiore cautela in tutti questi
mesi. Si dovrebbe parlare di cose del genere ad accordi chiusi o,
perlomeno, con sotto gli occhi un quadro preciso dei costi e delle
problematiche. In altri ambiti, un flop del genere avrebbe causato le
dimissioni in massa della dirigenza: pensiamo a un Museo che
annunciasse una grande esposizione, per poi fare marcia indietro. Al
netto dello scampato pericolo (chi ci legge sa che siamo sempre stati
contrari a questa iniziativa), ci auguriamo che la vicenda non si
chiuda qua. Sappiamo che, nella vicina Penisola, le dimissioni
volontarie sono rarissime. Tuttavia, è indubbio che il calcio
italiano esca da questa storia con le ossa rotte, e proprio sotto il
punto di vista dell'immagine, quell'aspetto che si sarebbe voluto
valorizzare (sperando non con qualche rissa in campo, viste le ultime
performances...), esportando una partita di Serie A in Australia. Ciò
che rimane è un tangibile senso d'improvvisazione, di incapacità di
saper leggere bene le situazioni, di prevedere le problematiche, e la
mancanza di capacità di trovare delle soluzioni brillanti. In un
mondo ideale, nessun investitore assennato metterebbe neppure un
franco su un carrozzone simile. E, sempre nel mondo ideale, i
responsabili di un simile disastro avrebbero davanti a loro una
scelta sola. Ringraziando di non vivere nel Giappone dei secoli
scorsi, dove le dimissioni non sarebbero bastate.
CALCIO ITALIANO
Milan-Como ultimo atto, forse