Gli argoviesi stanno andando
fortissimo. Hanno spodestato dalla vetta il Thun, superato di recente al
Brügglifeld, passando al comando della classifica con un punto in più dei bernesi. La squadra ha al
suo attivo qualcosa come otto vittorie filate, di cui sei ottenute nel girone
di ritorno. La serie degli 'en plein' era però già iniziata nella 17esima
giornata (1-0 contro SLO). Da lì via un raccolto strepitoso. E dire che i
ragazzi di Brunello Iacopetta (nella foto ENLA) avevano iniziato a suon di sconfitte: due nelle
prime tre di campionato, incluse quelle sul campo amico (1-3 contro Thun e
Xamax). Chi fermerà adesso la marcia dei bianconeri?
“Abbiamo preso la strada
giusta – dice Iacopetta – i risultati lo dimostrano. Il campionato è però
ancora tutto da giocare, per noi c'è ancora il doppio 'scontro' con l'Etoile
Carouge”. Nel rush finale il mister include dunque ancora i ginevrini di Adrian
Ursea, al momento in ritardo di 8 lunghezze, nella lotta per la promozione: “In
Challenge League sono all'ordine del giorno risultati imprevedibili. Il Carouge
non è un avversario da sottovalutare”.
Alla base della 'rinascita' degli argoviesi (che da anni
'sognano' il ritorno in Super League) c'è un'attenzione minunziosa, un modo di
lavorare paziente: “I risultati sono frutto del nostro lavoro. Con calma, senza
pressioni di sorta, non abbiamo mai smesso un giorno dal mese di luglio. Questa
continuità ci fa capire dove vogliamo arrivare”.
C'è una contagiosa euforia in
Argovia. La stampa locale, che spesso e volentieri è stata molto critica –
anche a causa di risultati deludenti – riconosce la bontà dei cambiamenti
intervenuti nel club e nella squadra (“Wir spüren Fortschritte im Team, im Verein”).
Iacopetta ride: “Era ora! Non era mai
facile leggere i giornali, diciamo che oggi è tornata la tranquillità e la
normalità. Indipendentemente dal fatto che siamo al primo posto”.
Si parla spesso, parlando di
pubblico, di dodicesimo uomo in campo. Un'etichetta abitualmente applicata al
Brügglifeld: “I nostri tifosi ci accompagnano durante tutte le partite dal
primo all'ultimo minuto. È qualcosa di molto bello e stimolante per i giocatori.
L'Aarau gli appartiene!”.
Approfittiamo della cortesia
e disponibilità di Brunello per chiedergli alcune informazioni su un tema che a
Bellinzona si continua a discutere (polemicamente) anche a livello politico.
Riguarda, l'avrete capito, la gestione e l'uso dei terreni da gioco da parte
dell'ACB.
“Noi non ci alleniamo mai sul
campo principale (che già non è al top, ndr), cerchiamo di mantenerlo in buono
stato per le partite. Disponiamo di due campi vicini allo stadio, e di uno in
sintetico in città”.
Condizioni, come vediamo, che
per una squadra che ambisce a tornare nella massima categoria non sono per
niente ottimali.
Il successo del FC Aarau va
identificato nell'entusiasmo di un gruppo straordinario – dirigenti, staff -
forte di ragazzi motivatissimi che si divertono a vincere. E anche nella
conduzione autorevole di un tecnico che permette a una squadra e a una città di
sognare...