Il Milan ha faticato tantissimo per battere il Como.
I lariani hanno dominato nel primo tempo, ma nella ripresa i rossoneri, con un paio di lampi, hanno vinto la partita. “La classe dei campioni e di chi è abituato a giocare davanti a 70 mila persone”, ha detto il tecnico spagnolo del Como Cesc Fabregas. Ragionamento che non fa una grinza, anche se con un pizzico di buona sorte, i lariani avrebbero potuto vincere questa partita.
Decisivo, probabilmente, l’episodio del gol annullato all’ex giocatore del Losanna Da Cunha, che aveva già segnato il primo gol. Si era sull'1 a 1.
Un fuorigioco che definire millimetrico è poco (vedi foto) e che ha fatto arrabbiare Fabregas, poi espulso per aver rivolto un brutto gesto all’arbitro. Lo spagnolo, in conferenza stampa, si è poi scusato: “Sono cose che non si dovrebbero mai fare, e oggi mi spiace ancora di più perché l’ho fatto davanti ai miei figli”.
Cose che non dovrebbero capitare, certo, ma anche nel calcio succedono. Anche chi è apparentemente tranquillo, a volte esplode.
Sull’episodio Fabregas del fuorigioco ha detto però una cosa particolarmente “grave”, che ha suscitato grandi reazioni. E che probabilmente gli porterà una bella squalifica.
“Il nostro goal del 2-0 non è mai fuorigioco. Fermano l'immagine quando vogliono loro".
Una frase pesante, che mette in dubbio la correttezza di chi sta al VAR.
Certo, vedendo l’immagine ci sarebbe da sorridere: può mai essere fuorigioco questo? Che vantaggio trae il giocatore del Como da questo milllimetro? Assolutamente nessuno.
E poi, per seguire il ragionamento di Fabregas, chi può stabilire quando parte esattamente la palla dal piede di un giocatore? Anche lì, è una questione di millimetri. O forse di centesimi di secondo.
Detto ciò, questo tipo di fuorigioco a qualcuno piace proprio perché è preciso e non fa sconti a nessuno. Anche se, calcisticamente parlando, non ha nessun senso. Altro che lamentarsi del cartellino rosso ad Hajdari, tanto per dire.
E allora, cosa fare? Cambiare la regola, riportando la famosa “luce tra i corpi”, che comunque non risolverebbe il problema, ma lo sposterebbe soltanto di qualche centimetro, o accettare che il calcio ormai è questo e credere semplicemente nella buona fede e nella professionalità di arbitri e VAR?
L’impressione è che questi sfoghi resteranno isolati e che nulla cambierà.
I lariani hanno dominato nel primo tempo, ma nella ripresa i rossoneri, con un paio di lampi, hanno vinto la partita. “La classe dei campioni e di chi è abituato a giocare davanti a 70 mila persone”, ha detto il tecnico spagnolo del Como Cesc Fabregas. Ragionamento che non fa una grinza, anche se con un pizzico di buona sorte, i lariani avrebbero potuto vincere questa partita.
Decisivo, probabilmente, l’episodio del gol annullato all’ex giocatore del Losanna Da Cunha, che aveva già segnato il primo gol. Si era sull'1 a 1.
Un fuorigioco che definire millimetrico è poco (vedi foto) e che ha fatto arrabbiare Fabregas, poi espulso per aver rivolto un brutto gesto all’arbitro. Lo spagnolo, in conferenza stampa, si è poi scusato: “Sono cose che non si dovrebbero mai fare, e oggi mi spiace ancora di più perché l’ho fatto davanti ai miei figli”.
Cose che non dovrebbero capitare, certo, ma anche nel calcio succedono. Anche chi è apparentemente tranquillo, a volte esplode.
Sull’episodio Fabregas del fuorigioco ha detto però una cosa particolarmente “grave”, che ha suscitato grandi reazioni. E che probabilmente gli porterà una bella squalifica.
“Il nostro goal del 2-0 non è mai fuorigioco. Fermano l'immagine quando vogliono loro".
Una frase pesante, che mette in dubbio la correttezza di chi sta al VAR.
Certo, vedendo l’immagine ci sarebbe da sorridere: può mai essere fuorigioco questo? Che vantaggio trae il giocatore del Como da questo milllimetro? Assolutamente nessuno.
E poi, per seguire il ragionamento di Fabregas, chi può stabilire quando parte esattamente la palla dal piede di un giocatore? Anche lì, è una questione di millimetri. O forse di centesimi di secondo.
Detto ciò, questo tipo di fuorigioco a qualcuno piace proprio perché è preciso e non fa sconti a nessuno. Anche se, calcisticamente parlando, non ha nessun senso. Altro che lamentarsi del cartellino rosso ad Hajdari, tanto per dire.
E allora, cosa fare? Cambiare la regola, riportando la famosa “luce tra i corpi”, che comunque non risolverebbe il problema, ma lo sposterebbe soltanto di qualche centimetro, o accettare che il calcio ormai è questo e credere semplicemente nella buona fede e nella professionalità di arbitri e VAR?
L’impressione è che questi sfoghi resteranno isolati e che nulla cambierà.