È il caos più totale. Un’altra sconfitta, di quelle che
fanno male, contro il Nyon, un avversario diretto.
Il Bellinzona, inteso come squadra, non c’è più. Per quanto riguarda la società, bisognerà aspettare sino alla seconda istanza delle licenze. Per la prima, ovviamente, nessuna speranza.
Ma adesso è il campo che conta: bisogna salvarsi, senza aspettarsi regali da parte dello Sciaffusa, in piena crisi societaria e di risultati.
Questo Bellinzona si è completamente perso: l’ultima vittoria risale al 25 gennaio, contro lo Sciaffusa, l’unica di questo 2025 disastroso. Poi solo sconfitte e un pareggio, a parte l’eliminazione contro il Losanna, in cui i granata si erano conquistati qualche elogio.
Nelle ultime tre partite, tre sconfitte, con nove reti subìte e una fatta. Un bilancio che fa paura. Così come il (non) gioco.
Ormai sembra chiaro: non è più soltanto un problema di allenatore.
Qui siamo in presenza di una squadra che non è tale, con un gruppo sempre distratto e poco convinto nei propri mezzi. Che di questo passo, rischia seriamente la retrocessione.
Anche a Nyon si è visto di tutto: tra errori in campo, ultras che tengono a rapporto i giocatori e il patron Bentancur che nello spogliatoio redarguisce la squadra a fine partita. E che decide di esporsi e parlare. Anche lui, adesso, ha capito che la situazione è seria e che non si può più scherzare.
Scendere sarebbe un disastro, soprattutto per chi in questi anni ha investito tanto e spera, nei prossimi mesi (o forse prima), di poter vendere il club. Che in Prima Promotion, sarebbe tutt’altro che appetibile.
Insomma, a Bellinzona è suonato l’allarme e nemmeno Sannino, nonostante l’esperienza, ha potuto (per ora) fare niente. L’impressione è che soltanto i giocatori possano venire fuori da questa situazione gravissima. Cambiando atteggiamento e rendendosi conto di cosa stanno rischiando. Loro e il club.
Se non sarà così, prepariamo a una primavera durissima.
Il Bellinzona, inteso come squadra, non c’è più. Per quanto riguarda la società, bisognerà aspettare sino alla seconda istanza delle licenze. Per la prima, ovviamente, nessuna speranza.
Ma adesso è il campo che conta: bisogna salvarsi, senza aspettarsi regali da parte dello Sciaffusa, in piena crisi societaria e di risultati.
Questo Bellinzona si è completamente perso: l’ultima vittoria risale al 25 gennaio, contro lo Sciaffusa, l’unica di questo 2025 disastroso. Poi solo sconfitte e un pareggio, a parte l’eliminazione contro il Losanna, in cui i granata si erano conquistati qualche elogio.
Nelle ultime tre partite, tre sconfitte, con nove reti subìte e una fatta. Un bilancio che fa paura. Così come il (non) gioco.
Ormai sembra chiaro: non è più soltanto un problema di allenatore.
Qui siamo in presenza di una squadra che non è tale, con un gruppo sempre distratto e poco convinto nei propri mezzi. Che di questo passo, rischia seriamente la retrocessione.
Anche a Nyon si è visto di tutto: tra errori in campo, ultras che tengono a rapporto i giocatori e il patron Bentancur che nello spogliatoio redarguisce la squadra a fine partita. E che decide di esporsi e parlare. Anche lui, adesso, ha capito che la situazione è seria e che non si può più scherzare.
Scendere sarebbe un disastro, soprattutto per chi in questi anni ha investito tanto e spera, nei prossimi mesi (o forse prima), di poter vendere il club. Che in Prima Promotion, sarebbe tutt’altro che appetibile.
Insomma, a Bellinzona è suonato l’allarme e nemmeno Sannino, nonostante l’esperienza, ha potuto (per ora) fare niente. L’impressione è che soltanto i giocatori possano venire fuori da questa situazione gravissima. Cambiando atteggiamento e rendendosi conto di cosa stanno rischiando. Loro e il club.
Se non sarà così, prepariamo a una primavera durissima.
(Foto GN)