Il cartellino rosso non dato ad Ajeti, per l’intervento su
Grgic, nella partita tra Basilea e Lugano (2-0) di ieri, continua a far
discutere.
Perché Görtler (San Gallo) fu espulso lo scorso anno per un intervento simile su Sabbatini, e Hajdari, poche settimane or sono fu punito con il rosso nella partita con il Celje di Conference League? E questo solo per citare i due episodi che riguardano partite dei bianconeri.
La prima parola che viene in mente, è uniformità. Anzi, in questo caso, totale mancanza di uniformità.
Una cosa è certa: in Europa, un intervento come quello di ieri sarebbe stato sicuramente punito con il rosso. Anche se la Uefa, nei suoi archivi di azioni più o meno simili, spiega che se la gamba di chi commette l’intervento è piegata e si percepisce l’intenzione di ritrarla, il giallo potrebbe essere un’alternativa.
Facciamo subito chiarezza: in questi casi è l’arbitro che decide. Se ieri il signor von Mandach avesse tirato fuori il cartellino rosso, il VAR non sarebbe comunque intervenuto. Esattamente com’è successo con il cartellino giallo. Raramente, ma ogni tanto capita, il VAR interviene per cambiare il colore del cartellino: ma dev'essere qualcosa al limite del clamoroso. Ma come detto, è già successo.
Questioni di protocollo, che, limitano l’uso del VAR da parte dell’arbitro, che invece, in situazioni simili, sarebbe auspicabile che andasse a rivedersi questo tipo di interventi. Ma tant’è.
È vero che Ajeti, dopo aver giocato la palla, cerca di evitare il contatto, ma il suo piede destro finisce con i tacchetti sul ginocchio di Grgic. Volontarietà o no, in questi casi conta il contatto, la violenza dell’impatto, e spiace dirlo, la negligenza del giocatore, che facendo un intervento del genere si assume il rischio di una sanzione.
Sfortuna? Può darsi. Ma il nuovo calcio, quello del VAR, ci ha insegnato che anche sui falli di mano ormai la situazione è profondamente mutata, dopo la cancellazione della volontarietà.
Aggiungiamo un altro dettaglio: ieri al VAR c'era Sandro Schärer, l'arbitro numero uno in Svizzera, uno che dirige partite importante in Europa. Possibile che non sia intervenuto?
Insomma, quello di Ajeti era cartellino rosso. Con buona pace di chi dice che questo non è più calcio. Ma per noi, chi spacca (o rischia) una gamba a un avversario, merita la massima sanzione.
Senza se e senza ma.
Perché Görtler (San Gallo) fu espulso lo scorso anno per un intervento simile su Sabbatini, e Hajdari, poche settimane or sono fu punito con il rosso nella partita con il Celje di Conference League? E questo solo per citare i due episodi che riguardano partite dei bianconeri.
La prima parola che viene in mente, è uniformità. Anzi, in questo caso, totale mancanza di uniformità.
Una cosa è certa: in Europa, un intervento come quello di ieri sarebbe stato sicuramente punito con il rosso. Anche se la Uefa, nei suoi archivi di azioni più o meno simili, spiega che se la gamba di chi commette l’intervento è piegata e si percepisce l’intenzione di ritrarla, il giallo potrebbe essere un’alternativa.
Facciamo subito chiarezza: in questi casi è l’arbitro che decide. Se ieri il signor von Mandach avesse tirato fuori il cartellino rosso, il VAR non sarebbe comunque intervenuto. Esattamente com’è successo con il cartellino giallo. Raramente, ma ogni tanto capita, il VAR interviene per cambiare il colore del cartellino: ma dev'essere qualcosa al limite del clamoroso. Ma come detto, è già successo.
Questioni di protocollo, che, limitano l’uso del VAR da parte dell’arbitro, che invece, in situazioni simili, sarebbe auspicabile che andasse a rivedersi questo tipo di interventi. Ma tant’è.
È vero che Ajeti, dopo aver giocato la palla, cerca di evitare il contatto, ma il suo piede destro finisce con i tacchetti sul ginocchio di Grgic. Volontarietà o no, in questi casi conta il contatto, la violenza dell’impatto, e spiace dirlo, la negligenza del giocatore, che facendo un intervento del genere si assume il rischio di una sanzione.
Sfortuna? Può darsi. Ma il nuovo calcio, quello del VAR, ci ha insegnato che anche sui falli di mano ormai la situazione è profondamente mutata, dopo la cancellazione della volontarietà.
Aggiungiamo un altro dettaglio: ieri al VAR c'era Sandro Schärer, l'arbitro numero uno in Svizzera, uno che dirige partite importante in Europa. Possibile che non sia intervenuto?
Insomma, quello di Ajeti era cartellino rosso. Con buona pace di chi dice che questo non è più calcio. Ma per noi, chi spacca (o rischia) una gamba a un avversario, merita la massima sanzione.
Senza se e senza ma.