NATIONAL LEAGUE
Un'eccezione per un mito
Pubblicato il 11.04.2025 11:18
di Marco Maffioletti
Qualche anno fa il grande Flavio Viglezio, caporedattore sport del Corriere del Ticino mi disse. “Maffi, lo sai quando un giornalista è vecchio?”. Io gli dissi di non avere la risposta. “È semplice amico mio. Quando si rende conto che più nessun giocatore già attivo prima dell’inizio della sua carriera giornalistica è ancora sul ghiaccio ”, mi disse “Vic” con la sua saggezza. Con l’addio di Ambühl, saranno dunque parecchi coloro che diventeranno ormai dei vecchi. Qualcuno, come il sottoscritto, si aggrappa ancora disperatamente a Raphael Diaz e Julien Sprunger, le ultime frecce dell’arco. Su Ambühl si sono già spese fiumi di parole negli ultimi mesi, è praticamente impossibile non cadere nelle ripetizioni. La sua eredità sportiva probabilmente avrà un peso ancora maggiore con il passare degli anni, quando a bocce ferme ci si renderà conto di quanto abbia raggiunto nella sua immensa carriera.
L’ultimo punto interrogativo concerne le prossime settimane. Il futuro ex capitano del Davos disputerà i Mondiali di Herning? Il nostro selezionatore Patrick Fischer ha già detto pubblicamente che il 41enne verrà convocato per disputare la prossima fase della preparazione e avrà la chance di staccare un biglietto per la rassegna iridata. Il giocatore, ovviamente e come suo costume, ha affermato che risponderebbe affermativamente alla convocazione. La sensazione è dunque che il numero 10 sarà della partita in Danimarca. Non è immaginabile in effetti vedere “Bueli” tagliato durante la preparazione, proprio sul più bello, già solo per una questione di rispetto. Piuttosto allora non lo si convochi del tutto. Sportivamente la sua convocazione potrebbe lasciare qualche interrogativo. Probabilmente ci sono altri elementi che tenuto conto delle prestazioni stagionali si meriterebbero maggiormente il posto. Per Ambühl però un’eccezione si può fare. Siamo onesti, in fondo il destino della Svizzera ben difficilmente cambierebbe se al posto del veterano ci fosse il Ritzmann di turno. Inoltre, in un Mondiale dove ben difficilmente potremo gustare le nostre star di NHL e in un luogo non certo attraente come ad esempio Praga, la sua presenza sarebbe un valore aggiunto, una sorta di calamita. L’interesse mediatico sarebbe indubbiamente maggiore, diversi tifosi dell’ultima ora deciderebbero d’intraprendere la trasferta danese al fine di ammirare un’ultima volta il loro idolo. Una sorta di tributo, un pellegrinaggio hockeistico in salsa rossocrociata per celebrare e festeggiare tutti assieme una delle figure mitiche del nostro hockey. È giusto così.
(PPR/Salvatore Di Nolfi)